giovedì 26 novembre 2020

“Un Martire Girovaghe del Libero Pensiero” Uno delle prime accuse che furono fatte a Giordano Bruno era quella di Disprezzare il Culto dei Santi e di essere Filo-Luterano. Egli, in altre parole, metteva, poneva, nei primi anni giovanili, la Figura di Gesù al centro dei suoi Studi. Gli altri Culti, per dirla in breve, non erano importanti per lui, li metteva in Secondo Piano. Il nostro protagonista, come forse vi ho già detto- nel suo primo viaggio, si spostò da Napoli a Roma. La Città dei Papi, però, non lo accolse bene. Egli, infatti, ebbe i primi pesanti attriti con le Gerarchie Ecclesiastiche e dovette lasciare la Città Eterna per Venezia, dove come vi ho già accennato, c’era più Libertà. Il pensiero filosofico del Cittadino Nolano, però, ebbe, come vi ho già evidenziato, problemi anche lì a svilupparsi per una Denuncia fatta da un giovane che lui credeva essere suo amico. Una cosa, questa, che gli fece avere dei Forti Dubbi sulla Chiesa che lo portarono a “Spogliarsi” dell’Abito Talare e a rifugiarsi in Svizzera. La Sua Filosofia, però, si dovette scontrare con l’Etica Protestante-Calvinista della Comunità che l’aveva accolto e al quale, lui stesso, si era unito. Il figlio della Campania, quindi, fu cacciato anche dal suddetto posto e dovette lasciare il Territorio Elvetico. Il suo pellegrinare, poi, lo fece arrivare a Tolosa in Francia. Questa permanenza, gli dette la possibilità d’approfondire gli studi sulla Memoria. Un tipo di studio, questo, che, nella Città di Parigi, gli fece pubblicare l’Opera “Le Ombre delle Idee”. Un testo, cioè, sulle Tecniche di Memorizzazione. Le conoscenze francesi, gli dettero la possibilità d’approdare nella Londra della nostra Elisabetta per delle Lezioni all’università di Oxford e dove, come ho già accennato, si parlava benissimo la Lingua Italiana nel 1583. I suoi testi più importanti, però, furono del biennio 1584-1585. Lo studioso, difatti, pubblicò 6 libri e che furono intitolati: “La Cena delle Ceneri”, “Della Causa Principio Et Uno” ed il terzo testo si chiama: “Dell’Infinito! Universo e Mondi”. Tutti gli altri 3 scritti si possono considerare Opere Minori. Questo Genio Italiano, tanto per chiarirci, espresse tutta la Sua Concezione della Realtà. L’Ecclettico nato a Nola, cioè, disse che tutte le cose dell’Universo Infinito e della Natura erano identificate con Dio. Questo Campione del Libero Pensiero, inoltre, credeva c’erano altri infiniti mondi separati dal nostro da una Materia Indefinita. Questi Scritti, proprio perché il nostro Volgare Italiano era riconosciuto a Livello Europeo, sono stati pubblicati in un Italiano Cinquecentesco Bellissimo. L’erudito della Provincia Napoletana fu anche a Praga alla Corte di Rodolfo II. Il soggiorno praghese, però, durò poco. Questo perché, un veneziano di nome Giovanni De-Mocenigo, lo invitò a casa sua per delle lezioni sulla Memoria. I loro molti, incontri, invece, servirono a costruire tutto un Castello d’Accuse che, lo portarono prima davanti all’Inquisizione Veneziana, e poi difronte a quella Romana che l’accusò d’Eresia e lo condannò, come abbiamo già posto in luce, a morire sul Rogo il 17 febbraio 1600 in Campo dei Fiori nella Capitale. Antonio Aroldo

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