lunedì 31 ottobre 2011

Estate 2011





[1] “Estate 2011:

Avventure Iellate a Cipro”

Salute a tutti voi, miei cari ragazzi, come va!?                                                                                      Quest’oggi, come vi avevo già promesso, vi racconterò della mia vacanza a Cipro. Io, come forse già saprete, sono un disabile al 100%, bisognoso d’ogni cosa. Quest’anno, come probabilmente vi avevo già accennato prima di partire, dovevo necessariamente, per completare la mia ricerca sui templari, andare lì, toccare con mano tutto ciò che c’era, osservare, con molta attenzione, ogni cosa che potesse essere rilevante per scoprire finalmente l’origine dell’ingente fortuna dei  Cavalieri Templari. La mia idea, in altre parole, era quella di riuscire a coniugare l’esigenza improrogabile di continuare la “Mia Analisi Storico-Giornalistica” col “Dovere Psico-Fisico” di farsi una “Bella Vacanza”; ottemperare a questo nobilissimo intento, però, è stato al quanto ostico. Andiamo avanti, però, con ordine. Io, questo particolare viaggio miei cari signori, volevo già farlo l’anno scorso. La stagione passata, però, sembrò troppo complicato organizzare. Stavolta, invece, io e mia madre, abbiamo cercato d’organizzarci per tempo e bene. La nostra analisi delle varie offerte, riguardanti quella splendida isola sempre baciata dal sole, è iniziata a metà maggio. Mia madre e io, infatti, da quel momento in poi, abbiamo controllato le offerte per e-mail quasi ogni giorno; mia madre, poi, appena poteva andava in agenzia a controllare la validità delle offerte viste assieme alla nostra “Operatrice Turistica” preferita di nome serena. Uno “Studio Certosino” e “Molto Snervante” di tutte le “Proposte di Viaggio” per quella “Specifica Meta”. Questo particolare screening, in poche parole, portava via parecchio tempo, perché principalmente cercavamo un hotel con il miglior rapporto qualità-prezzo e che rispondesse a tutta una serie di requisiti indispensabili per il “Soggiorno” di un disabile. Noi, infatti, cercavamo un volo per “Cipro-Nord” senza troppi scali e un hotel adatto all’esigenze di una “Persona Disabile”. L’attesa svolta, a tale situazione di sfibrante stallo si ebbe soltanto a metà luglio, quando mia madre mi ha detto che era tutto risolto e che lei, assieme a Serena, aveva trovato un buon albergo a Kyrenia a poche decine di kilometri dalla “Grande Capitale del Nord” chiamata Nicosia. Essa, pero, come poi ho scoperto, essendo Cipro politicamente divisa in due, la sua capitale (come tutte le città cipriote) ha per così dire la “Doppia Denominazione”: una turca e un’altra greca. Nicosia, infatti, si chiama Larnaka per i greci e  Lefkosia per i turchi. Un altro esempio, di questa doppia denominazione, è Kyrenia che ha come secondo nome Girne. Torniamo, però, all’inizio di questa interessantissima, ma stancante vacanze. Quella “Santa Donna” di mia madre, pur di accontentarmi quest’anno, ha prenotato l’albergo per due settimane: dall’8 al 22  agosto. La partenza, infatti, era da Napoli e aveva due differenti scali: Rimini e Antalya, mentre invece, era a Erkan. Il volo, in breve, durò fino a pomeriggio inoltrato. Io, però, prima di continuare, devo avvertirvi, questa vacanza è piena di colpi di scena, la cui maggioranza non sono belli. Il primo si è avuto ancora prima di partire: mia cugina, la mitica Irene Prota, non è riuscita a organizzarsi le vacanze con la propria famiglia e ha chiesto di accodarsi al nostro viaggio. Io, all’inizio, ero un po’ titubante a portarla con noi, ma poi si è dimostrata una “Vera Risorsa” per me e mia madre, ma perché il nostro Antonio Aroldo, dice così? Andate avanti con la lettura e  saprete tutto! La partenza dell’aereo, in un primo momento, era verso le 17:00, ma poi è stata spostata a dopo le 13:00. Io, purtroppo però, quell’8 agosto, come a mio solito in questi casi, mi sono fatto prendere dall’ansia di far presto e mi sono bloccato sul bagno, per ben tre ore, perché dovevo fare pipi! Un altro bel problema, poi, è stata la situazione di mia cugina Irene. Lei, infatti, essendosi accodata a noi all’ultimo minuto, aveva non poche difficoltà affinché l’agenzia le desse il biglietto e l’ok a partire insieme a noi. La mia dolcissima Irene, difatti, è riuscita a ottenere il biglietto, il giorno stesso della partenza. L’aereo, almeno in teoria, sarebbe dovuto restare a terra soltanto un quarto d’ora- venti minuti, giusto il tempo d’ultimare le operazioni di “Scarico” e “Carico” dei bagagli, ma invece, restammo tutti rinchiusi in quella “Fornace di Metallo” per quasi due ore e senza che si potesse andare in bagno. Molta gente, infatti, (soprattutto anziani) iniziava a spazientirsi. Io stesso, a dire la verità, in quei particolari momenti, ho cominciato a sentirmi nervoso e a sbarellare. Mia madre, infatti, a un certo punto mi ha detto, in napoletano stretto: “Se non la Smetti, ti Spacco la Faccia”! L’aereo, comunque, verso le tre è partito per il “Suo Giro”: Napoli-Rimini, Antalya-Cipro. Il volo, in poche parole, c’ha messo quasi quattro ore per arrivare a destinazione. Io, mia madre e mia cugina, infatti, siamo atterrati sull’isola, soltanto verso le 19:30 passate. Lì c’era, ad’aspettare il nostro arrivo, un autista di un furgone attrezzato per i disabili, che a nome della “Viloratuor”, (il “Nostro Tour Operator”) c’ha accompagnato in hotel. L’albergo in questione, miei cari amici, era un “Cinque Stelle”. Esso era situato vicino al centro di Kyrenia e si chiamava “Vuni Palace Hotel”. L’“Appariscente Struttura del Vuni”, come forse ho già evidenziato prima, era uscita fuori da quella “Profonda Analisi” delle varie offerte di cui ho parlato prima. Il Vuni, cioè, sembrava essere, almeno sulla carta, l’unico adatto alle nostre esigenze. [2]Il nostro Tour Operator, infatti, c’aveva assicurato che il Vuni era l’unico albergo “Realmente Accessibile” per i disabili; purtroppo, così, non era. La camera assegnataci dall’amministrazione dell’hotel, infatti, non era adatta per un anziano con qualche Kilogrammo in più, figuriamoci per un disabile al 100%. Essa, infatti, aveva la “Zona Notte”, formata da due letti di “Due Piazze e Mezzo” e una semplice brandina aggiunta per mia cugina. Lì vicino, a un metro e mezzo di distanza invece, proprio davanti, c’era una sedia con vicino una piccola scrivania appoggiata al muro. Un luogo, quindi, apparentemente ampio e confortevole se non fosse che questa particolare stanza, come forse tutto il resto dell’albergo, mancava di una “Buona Pulizia” e di una “Seria Manutenzione”. Mia madre, infatti, ha chiamato molte volte il “Manutentore dell’Albergo”, perché aggiustasse il “Box della Doccia”. Quest’ultimo, però, è venuto soltanto una volta a vedere cosa fosse successo e poi, nonostante le nostre insistenze, non è più venuto. Quel dannato bagno, in buona sostanza, s’allagava ogni qualvolta che ogn’uno di noi si doveva lavare. Tutti i giorni, infatti, facevamo, puntualmente tardi, a cena. Quella camera, come pure tutto il resto dell’hotel, aveva altre pecche molto gravi che, almeno ai nostri occhi (ma non solo), facevano apparire il Vuni come una “Mega Truffa” molto pacchiana. Esso, infatti, come vi dimostrerà il video che mia madre ha girato assieme a mia cugina, nessuna delle camere del Vuni era realmente accessibile per i disabili. Il bagno della stanza che c’avevano assegnato, per esempio, aveva la “Vasca”, invece, della “Doccia a Pavimento”, ottima per i “Veri Disabili”. Un’altra grande pecca, invece, riguardava la “Tazza del Water”. Essa, pur se è difficile a credersi, era situata proprio in quel angustio e microscopico spazio collocato dietro la porta del bagno. Una qualsiasi persona, quindi, che, entrava lì per la prima volta e si dirigeva in bagno, poteva pensare: “Per Tutti i Diavoli, S’han Arubat o Cess”!? una “Persona Disabile”, quindi, che, come me deve essere trasportato anche quando va in bagno, ha delle “Enormi Difficoltà” a stare in un posto del genere. Mia madre, inoltre, nella notte tra l’otto agosto e il nove agosto, in quel stramaledetto bagno, stava quasi per avere un “Grave Incidente”. Nell’“Orario Notturno”, di quella “Prima Giornata”, difatti, mi venne, all’improvviso, una voglia matta di fare pipi. Quella santissima donna di mia madre, allora, s’alzò e bestemmiando come una turca iniziò a trascinarmi verso il bagno. In quel “Difficile Frangente”, miei cari ragazzi, dovete credermi, ho realmente capito la “Straordinaria Forza di Carattere” e la “Grande Intelligenza” di mia Cugina, perché direte voi? Beh, miei cari signori, continuate a leggere e lo saprete! Mia madre, in breve, quella stramaledetta notte, per potermi portare in bagno, sarebbe dovuta restare calma e concentrata, perché doveva trascinare me e contemporaneamente tenere aperta del bagno. Mia madre, inoltre, non aveva considerato che, i problemi in quel “Dannato W.C.”, non erano legati soltanto alla posizione del water o al sistema d’apertura e di chiusura della porta, ma anche al “Batti-Scopa” dell’ingresso. Esso, infatti, essendo molto più alto di quello del vano adiacente, almeno di 4-5 centimetri, ha fatto inciampare mia madre, proprio sulla soglia del suddetto bagno. Io e mia madre, in altre parole, in quel preciso momento, siamo caduti l’uno addosso a l’altro, come “Due Birilli”. Mia madre, infatti, in quell’occasione, ha rischiato di “Spezzarsi una Gamba” per “Proteggere Me”! Io e mia madre, in breve, in quel preciso momento, ci siamo sentiti realmente perduti, perché pensavamo: “E Adesso, chi C’Aiuta”?! mia madre, poi, in quei momenti così drammatici, mi ha detto una cosa che io non potrò mai scordare e che mi ha fatto comprendere quanto sia importante che la “Mia Ricerca” vada a buon fine, che io dimostri inevocabilmente, che non sono un “Pazzo Squinternato” a caccia di “Favolette”, ma uno studioso che vuole descrivere, a tutti, semplicemente la “Realtà dei Fatti”. Voi, però, vi starete chiedendo: “Cosa Diavolo ti ha Detto, Tua Madre, in quel Difficile Frangente, di così Eclatante”? beh, miei cari lettori, voi non ci crederete, ma è così, mi ha detto: “Ti Odio”! Un “Semplice Sfogo”, direte voi, si, miei cari ragazzi, questa è, certamente, l’interpretazione giusta, ma a me fa ancora male! Questo particolare astio, questo particolare dolore, che ho sentito quella determinata notte, non è mai stata rivolto contro quella santa donna di mia madre, ma contro quell’“Orrendo Gruppo di Potere”, che con le “Sue Nefandezze”, mi ha spinto a iniziare la mia ricerca. Un’“Oscura Cricca”, dunque, di cui, almeno spero, vi parlerò presto quando, cioè, i frutti della mia ricerca saranno maturi. Torniamo, però, a quel “Difficile Momento”. Mia madre, come potete immaginare, non appena ha provato a muoversi, da quella scomodissima posizione, ha avvertito un inimmaginabile dolore che l’ha fatta urlare come una matta e che ha fatto svegliare mia cugina Irene che è corsa per aiutarci. L’aiuto di Irene, in quella prima difficile situazione, come in tante altre, è stato, voi stenterete a crederlo, provvidenziale. Irene, infatti, in quella prima occasione, ha dimostrato un’“Invidiabile Forza” e uno “Straordinario Sangue Freddo”; soltanto lei, infatti, anche se solo qualche secondo, è riuscita a farmi alzare in piedi e a salvare mia madre; se così non fosse stato, infatti, oggi, mia madre, sarebbe anche lei su una “Sedia a Rotelle”. Mia madre, in altre parole, è stata vittima di una vera e propria “Truffa”! La Viloratuor, difatti, c’aveva assicurato, tramite un’ “E-mail Scritta”, che la stanza era accessibile. Il Vuni, invece, come vi dimostrerà il video che abbiamo girato lì, non c’aveva nulla di “Realmente Accessibile”. Beh, miei cari amici, in realtà, una “Stanza per disabili”, c’era in tutta la struttura, ma era soltanto una “Mera Presa in Giro”. Essa, infatti, era situata nella parte più alta dell’intero complesso. L’unica via, per accedere a quella particolare camera, infatti, era una “Ripidissima Salita”, percorribile soltanto, con le “Golf-Car dell’Albergo” e non con una carrozzella mezza scassata che, ancora oggi, si mantiene in piedi per opera e virtù del cosiddetto “Spirito Santo”. Mia madre, in poche parole, ogni qualvolta che dovevamo scendere, avrebbe dovuto chiamare qualcuno per farsi aiutare. La suddetta stanza, in buona sostanza, era una vera e propria “Prigione per Disabili”. La camera in se, infine, aveva per così dire, una struttura sproporzionata. La zona notte, infatti, era molto più piccola di quella assegnataci e in cui c’era solo un letto e se nel caso avessimo voluto aggiungere un letto si sarebbe ridotto ancora di più lo spazio. Il bagno, nel contempo però, era costruito seguendo ogni “Norma Internazionale”, riguardante specificamente il “Campo della Disabilità”. Nell’ingresso della costruzione, poi, c’erano un paio di gradini molto alti quasi impossibili da fare con la carrozzella. Mia madre, in definitiva, ha deciso di tenersi la camera assegnataci fin dall’inizio. Lei, però, nel contempo, si è fatta promettere da Riccardo, “Referente sull’Isola della Nostra Agenzia”, che lui stesso avrebbe cercato e possibilmente trovato una situazione più consona alle “Nostre Esigenze”. Il cibo, in conclusione, lì faceva davvero “Schifo”! Io, mia madre e mia cugina, difatti, abbiamo mangiato, per quasi due settimane, “Pollo”, “Patate al Forno” e la cosiddetta “Insalata di Rinforzo”, perché erano le “Uniche Cose” più o meno commestibili. Io, infatti, ho chiesto a mia madre di non farmi più pollo almeno fino a dicembre. In albergo poi, voi non ci crederete, ma non c’era un’“Animazione Decente”, esisteva qualcosa soltanto per i bambini e alle undici tutti a “Nanna”, ossia un vero e proprio “Mortorio”, come del resto si pone in luce nel video. Un altro grosso problema, miei cari signori, si è posto per riuscire a trovare un “Taxi”, abbastanza capiente cioè, per farmi entrare con tutta la carrozzella. Io, a dire la verità, già alcuni giorni prima di partire, avevo fatto una ricerca sul web per trovare una “Macchina Trasporto-Disabili”. La mia osservazione, però, in quelle poche settimane, non ha prodotto alcun risultato utile, grazie anche a un imprevisto fattore umano che non vi sto a raccontare, perché sarebbe troppo lungo descrivere. Io, mia madre e mia cugina, infatti, dopo i primi giorni di riposo e di noia in albergo, abbiamo deciso di chiedere alla “Reception” d’indicarci un taxi adatto alle nostre esigenze. Lì, miei cari lettori, abbiamo incontrato Lewan, capo della cosiddetta animazione, che si offre d’accompagnarci con la sua auto in città. Una volta arrivati lì, abbiamo fatto un largo giro per il centro di Kyrenia e poi abbiamo deciso di tornare. Mia madre, all’inizio della nostra passeggiata, dovete sapere miei cari signori, aveva notato che, al centro di quella “Ridente Cittadina”, c’era il parcheggio della società dei taxi. Qui, dopo molte prove con diverse auto, hanno fatto venire un “Furgonato Grigio Metallizzato” con una doppia fila di sedili- tipo “Limousine”- e con un portabagagli molto capiente. Questo particolare tipo d’auto, miei cari amici, a Cipro si chiama “VITO”. Un nome, miei cari ragazzi, davvero molto buffo per un’automobile, non trovate!? Io, mia madre e mia cugina, infatti, ogni qualvolta che dovevamo prendere il taxi, ci facevamo un sacco di risate anche perché non ci ricordavamo mai il nome dell’autista; questo ha comportato che, dopo un po’ di giorni, avevamo preso l’abitudine a chiamare VITO anche il “Nostro Chauffeur”. La domanda, miei cari amici, arrivati a questo punto, potrebbe essere anche spontanea: ma come diavolo faceva, il nostro Antonio Aroldo, a entrare in quell’auto? Molto semplice, miei cari signori, entravo nel portabagagli sopra alla carrozzella, mantenuto fermo da mia madre che stava vicino a me sul “Sedile Posteriore”. Lo so, miei cari ragazzi, a cosa state pensando: “Ma Voi non avevate a Disposizione un Auto attrezzata”? soltanto per il trasporto dall’aeroporto all’albergo e viceversa, nient’altro; per il resto, infatti, dovevamo fare da soli! Mia madre, in altre parole, ha dovuto spendere una somma molto vicina ai cinquecento euro per prendere il taxi quasi ogni giorno. Nella parte nord di Cipro, in breve, se ben ho capito, non esistono “Persone Disabili”, o per lo meno quelli che ci sono, vengono sistematicamente nascosti in casa. Io, mia madre e mia cugina, infatti, quando camminavamo per strada ci guardavano tutti strano, ossia quasi come se fossimo venuti da un altro pianeta. Noi, intanto, aspettavamo, con impazienza, una telefonata da Riccardo che ci diceva che aveva trovato una “Sistemazione Migliore” anche perché, nel frattempo, era accaduto, proprio in quella prima settimana, un altro episodio molto spiacevole. Mia madre, difatti, per chi non lo sapesse, ha la testa più dura del marmo. Lei, per meglio chiarire, certe volte si ostina a voler fare delle cose che richiedono uno sforzo grandissimo anche quando è palesemente circondata da persone che, se solo glielo chiedesse, sarebbe ben felice di darle una mano. Una di quelle “Dannate Volte”, miei cari amici purtroppo è andata così, si è verificata, molto disgraziatamente, a Cipro. Lei, infatti, un giorno, mentre eravamo nella piscina dell’albergo, dove tra l’altro il bagnino era quasi sempre “Uccel di Bosco”, ha voluto per forza provare a tirarmi fuori dall’acqua da sola passando dalla scaletta. Io, quando ho capito che stava tentando di fare, ho provato a dirle: “Mamma, Perché non Chiami Irene o Comunque Perchè non ti fai aiutare da Qualcun altro”? Lei, però, non mi ha fatto neanche finire la frase e ha detto: “No, No, Posso Farcela”! Io, conoscendo benissimo mia madre, da quel momento non ho detto più nulla e ho detto, tra me e me, “Bah, Speriamo”! Mia madre, infatti, come forse non saprete, è una di quelle persone che, se sono profondamente impegnate in qualcosa, la loro concentrazione è tale da farle sembrare quasi in “Catalessi” e se qualcuno osa disturbarle possono anche “Dare di Matto” e cacciarti in malo – modo. Io,  miei cari ragazzi, anche per questo motivo, in quel momento ho deciso di fidarmi e di seguire pedissequamente le indicazioni che lei mi dava. Mia madre, inoltre, si può dire molto avvezza a questo tipo di “Giochetti”. “Lavoretti Fisici”, miei cari amici, che tra l’altro, fin a quel momento, gli erano sempre riusciti. Quel giorno, purtroppo però, mentre mia madre mi trascinava, cercando di superare l’ultimo gradino della scaletta, ha avvertito una “Forte Fitta” alla schiena e si è bloccata di colpo. In quel preciso momento, un olandese ospite dell’albergo, vedendo mia madre sbiancare dal dolore, è intervenuto subito e mi ha messo sulla mia sedia. Io, non appena ho visto che mia madre si era, davvero, fatta male le ho fatto una partaccia dicendo che quando non è,  strettamente necessario, è completamente inutile fare certi sforzi, che bastava chiedere e che nei giorni innanzi a noi, sempre se fossimo riusciti a organizzare, avrei avuto bisogno, sia di mia cugina e sia di lei e che quindi, quando era possibile, si doveva riposare! Io, mentre dicevo tutto ciò, pensavo: “Ecco Fatto, Abbiamo Mandato all’Aria la Vacanza, Posso dire Addio alla Mia Ricerca, me ne dovrò andare da Mio Padre, che dirà Peste e Corna delle Mie Idee, che sono tutte Stronzate, Perché non Scrivi un Romanzo con tutte queste idee che hai e io, infine, verrò additato da Tutti come il Figlio Cattivo, che pur di seguire le Sue Bambinesche Chimere, ha Fatto del Male a Sua Madre”! Io, mentre pensavo a tutto ciò, guardavo mia madre che, tra una “Smorfia di Dolore” e l’altra, mi fissava e che, almeno secondo me, pensava: “Maledizione a Me che mi sono Fatta Convincere a Venire in questo Posto di Merda e Maledizione a Te (Antonio) e alle Tue Stronzate, Aia”! Io, contemporaneamente però, pensavo anche alla “Gita in Veliero” che, con altri “Ospiti Napoletani dell’Albergo”, avevamo organizzato sull’“Imbarcazione di M .R. T” e che, grazie a ciò che era appena accaduto, rischiava di  essere mandata a monte. Quella santa donna di mia madre, nonostante tutto, il giorno dopo ha voluto lo stesso portarmi a fare il giro in veliero intorno all’isola. In quell’occasione, i miei compagni di viaggio, mi hanno fatto fare anche un “Breve Bagno”. Quel giorno, purtroppo però, ho potuto fare una sola nuotata in “Mare Aperto”, perché è venuto fuori che mia madre non aveva esaminato per bene lo scafo della suddetta imbarcazione. I miei compagni di viaggio, infatti, hanno trovato molte difficoltà per fammi scendere e risalire su quell’imbarcazione. Uno dei miei compagni, infine, Gabriele Paparo, ha anche rischiato di farsi male per permettermi di risalire. In compenso, miei cari signori, abbiamo visto dei bellissimi posti e mia cugina si è divertita molto. In quella determinata occasione poi, mia madre ha potuto vedere, con i propri occhi, che la “Spiaggia del Mercuri-Hotel”, contrariamente a quanto visto sul Web in agenzia, era abbastanza accessibile. Nella “Seconda Settimana di Vacanza”, infatti, ci siamo trasferiti al “Mercuri-Hotel”, dove per fortuna, la situazione era migliore; andiamo avanti, però, con ordine. il “Forte Spasmo Muscolare”, avvertito quel pomeriggio da mia madre miei cari amici, non era altro che uno “Strappo Lacero-Contuso delle Fasce Muscolari”, ossia il “Classico Colpo della Strega”. Quello in piscina, in altre parole, è stato un “Brutto Incidente” che proprio non ci voleva e che ha messo a “Serio Rischio” il resto della vacanza. Mia madre, difatti, la sera della gita in veliero, mi ha detto, mentre ci preparavamo per andare a cena nel ristorante dell’hotel, vedendo che io mi stavo facendo il cosiddetto “Sangue Amaro”  per tutto ciò che era successo, se tu avessi, realmente “Grossi Scrupoli di Coscienza”, alla fine di questa settimana, te ne andresti un po’ con tuo padre! Questa particolare richiesta, dovete comprendere miei cari amici, mi è stata fatta da mia madre in un napoletano stretto e fissandomi dritto negl’occhi e con un “Indescrivibile Sguardo di Pietra” che soltanto lei sa fare. Io, mi dovete credere cari ragazzi, ho iniziato a sentirmi davvero male. Ero, infatti, confuso, con un “Gran Senso di Colpa” e profondamente arrabbiato. Quella sera, infatti, sprizzavo “Puro Nervosismo” da tutti i “Pori”; non riuscivo, in altre parole, a stare fermo e soprattutto “Calmo”. In quel determinato frangente, difatti, stavo pensando contemporaneamente a ciò che mi aveva chiesto mia madre, alla mia ricerca che rischiava seriamente di finire nello “Scarico del Bagno”, al fatto che, se fossi stato capace d’organizzarmi con qualche amico da solo, molte cose non sarebbero mai accadute e che, se fossi stato realmente costretto ad andarmene da mio padre a Sibari, mi sarei dovuto sorbire quella “Sottto-Specie di Predica” di cui vi ho già parlato prima. Nel contempo, infine, neanche mia madre, pur essendo una “Mente Illuminata”, sembrava comprendere la validità della mia ricerca. Io, quindi, in quella determinata serata, travolto da tutti quei pensieri, mi sono sentito un vulcano pronto a eruttare e a “Fare il Pazzo”! Mia madre, vedendomi così nervoso e smanioso, mi ha chiesto più volte che cosa avessi. Io, però, le ho sempre risposto: “Niente, Niente”! Lei, però, conoscendomi molto bene e vedendomi ancora molto smanioso e nervoso, a un certo punto ha detto: “Adesso Basta, Sono Stanca, Andiamo a Letto”!! una volta trascinato in camera, contro voglia, abbiamo avuto un’“Accesa Discussione” nella quale ho cercato, con tutte le mie forze, di difendere il proseguimento stesso di quella vacanza, fin dall’inizio così sfortunata e “Condizione Necessaria”, ma forse non sufficiente per la mia ricerca. Io, mia madre e mia cugina, comunque, dopo esserci finalmente chiariti, siamo riusciti e abbiamo fatto quattro chiacchiere con altri ospiti dell’albergo. La mattina dopo, poi, siamo andati a visitare Nicosia e abbiamo visto bene sia la parte turca e sia la parte greca. Nella parte greca, infine, abbiamo gustato un “Ottimo Kebab” che ci ha fatti resuscitare! Vi posso garantire, inoltre, che è stato bellissimo sentirsi nuovamente in Europa. La maggior parte dei regali per i nostri parenti, infatti, è stata comprata, da mia madre e da mia cugina, proprio a Larnaka. Lì, infatti, le cose sembrano costare [3]meno. Nella parte turca, infatti, una “Nuova Lira Turca” è pari a 0.4067 Euro; mentre, invece, ogni “Euro” è pari a  2.4587 Nuove Lire Turche. Il valore dell’Euro, in altre parole, è maggiore di quello delle Lire Turche. Questo significa, miei cari amici, che, almeno in quelle due settimane, nella parte greca si potevano comprare più cose a minor prezzo! Quella stessa sera, poi, mia madre ha deciso d’andare a vedere com’era la situazione al Mercuri-Hotel. Lì, miei cari amici, abbiamo parlato con uno degli “Addetti alla Reception” che, forse spinto da un “Mero Atto di Generosità”, si è arrogato, usando un “Inglese Stentato”, il diritto di farci una sorta di scontatissimo preventivo per l’affitto, per un’altra settimana, di ben “Due Camere Comunicanti” e di cui una per disabili. Mia madre, a dire la verità, aveva già chiesto al nostro Tour Operator, Riccardo, di vedere se il Mercuri-Hotel avesse, oppure no, camere per disabili. Il responso della ricerca di Riccardo, però, miei cari signori, era stato decisamente negativo. Riccardo, infatti, diceva che le camere del Mercuri erano ormai tutte occupate e che comunque noi, se avessimo avuto l’intenzione di passare al Mercuri, allora avremmo dovuto pagare molto di più di quanto già pattuito e sborsato. La mattina dopo, infatti, mia madre, dopo molti tentativi, è riuscita a rintracciare Riccardo e a sottolineargli che al Mercuri, in realtà, le camere c’erano. Mia madre, in poche parole, con quella telefonata, è riuscita a convincere Riccardo, forse grazie al suo tono di voce molto incavolato, che, del nostro trasferimento al Mercuri, o in qualsiasi altro albergo disponibile lì vicino, se ne poteva occupare soltanto lui. Mia madre, in quella stessa telefonata però, ha prospettato a Riccardo anche un’altra soluzione di tutta la faccenda, ossia il  “Nostro Rientro Anticipato”. Una soluzione, miei cari ragazzi, che a me, per i motivi che vi ho già prospettato, non piaceva per nulla, ma che, considerando il “Malessere” e il “Nervosismo” di mia madre, avrei accettato comunque. Quella poverina di mia cugina, intanto, nel tentativo di scaricare tutta la tensione accumulata per tutti i problemi avuti in hotel, al termine della prima settimana, si è fatta, a causa anche dei molti litigi tra me e mia madre, un “Piccolo Tatuaggio Delebile” a forma di fatina sul collo. Quella santa donna di mia madre, dal canto suo, spinta dalla pietà,  non tanto nei miei confronti, ma nei confronti di mia cugina, che rischiava di rimanere a casa la “Settimana di Ferragosto”, si è decisa a prenotare al Mercuri per la seconda settimana. Mia madre, però, quando ha chiamato per “Fermare le Stanze”, ha avuto una piccola, ma brutta sorpresa. Un altro addetto della medesima Reception, infatti, quando mia madre gli ha chiesto di poter affittare due stanze comunicanti, di cui una per disabili, al prezzo che ci era stato prospettato da quell’altro addetto, le ha risposto che, di quel tipo di prezzi, lui non ne aveva mai sentito parlare e che al momento non c’erano “Camere per Disabili”, comunicanti con quelle cosiddette “Normali”, libere. Il “Nuovo Addetto dell’Albergo”, infine, c’ha detto, in breve, che, al massimo, poteva darci, sempre se avessimo voluto, una camera per disabili col letto aggiunto per mia cugina. Il prezzo, infine, era aumentato di molto fino a superare di settecento euro la somma pattuita col Vuni.  Mia madre, allora, considerando tutto ciò, ha richiesto aiuto a Riccardo, perché facesse pressioni sull’amministrazione del Mercuri, affinché la gestione del nuovo albergo, facesse scendere un po’ il prezzo. Riccardo, dal canto suo, avendo già sperimentato quanto fosse incavolata mia madre per tutta questa storia, c’ha richiamati dopo solo due ore dicendo che, se volevamo necessariamente trasferirci al Mercuri, dovevamo obbligatoriamente pagare la somma richiesta dal suddetto hotel e poi, se serviva, potevamo “Intentare una Causa” per il risarcimento. Riccardo, inoltre, c’ha detto anche che posti liberi in aereo, almeno per il momento, non c’erano. Il rientro anticipato, quindi, era da escludersi. Quella santa donna di mia madre, allora, a malincuore ha deciso di trasferirci tutti al Mercuri. Lì, miei cari amici, per fortuna, c’erano, come ho già accennato, la stanza per i disabili e quasi tutti i “Confort” degni di un “Hotel a Cinque Stelle”. Lì, infatti, c’erano la “Sauna”, la “Vasca Idromassaggio”, la cosiddetta “Steam Room (Stanza del Vapore)” e ben quattro piscine: tre all’aperto e una piccola riscaldata all’interno. Nella tromba delle scale, infine, legata al soffitto, c’era tutta una seria di “Splenditi Origami”. Le uniche due pecche del Mercuri, in altre parole, era il cibo, la solita schifezza tale e quale a quella del Vuni, e l’“Animazione”, preminentemente in tedesco, non era certo degna di un cinque stelle. La colazione, però, era una cosa spettacolare. Lì, infatti, facevano delle “Creep alla Nutella” che erano la fine del mondo; al pomeriggio, poi, facevano delle “Squisite Graf col Miele”. In quei giorni, però, miei cari ragazzi, ho avvertito che il rapporto tra me e mia madre si è definitivamente inclinato! Lei, infatti, non mi guarda, con “Dolcezza”, da quest’estate. Una volta arrivati al Mercuri, insomma, le “Nostre Difficoltà”, sono sembrate attenuarsi anche se c’è ancora molto da raccontare. Io, infatti, voi non ci crederete, ma è così, è da quest’estate che sono straconvinto dell’esistenza della cosiddetta “Iella”!! Lo so, miei cari amici, mi considero uno “Scienziato Sociale” e non dovrei credere a queste cose! Io, però, vi posso garantire, che quella cosa oscura e maligna, che rovina la vita dell’uomo, esiste veramente, la sto sperimentando personalmente, da  quando sono andato a Venezia. Io, però, vi posso giurare, che il giorno in cui incontrerò chi sta “Secciando” impunemente i “Migliori Anni” della “Mia Vita”, l’ammazzo! Si, miei cari ragazzi, avete capito bene, l’ho detto e lo ripeto: l’“Ammazzo” e non me ne frega niente delle conseguenze!! Io, difatti, sono pronto a ucciderlo chiunque sia anche se si trattasse di mia madre o di mio padre; tanto, miei cari lettori, che possono farmi: “Mettermi in Carcere”!? Ah, Ah!! Questa “Particolare Sentenza”, però, all’occorrenza, non colpirebbe soltanto mia madre o mio padre, ma anche tutti quelli che  gravitano intorno alla mia vita e che potrebbero essere benissimo, inconsapevolmente o no, i cosiddetti “Iettatori del Mio Mondo”, ossia i miei zii e le mie care cugine che io considero più che “Sorelle”!! Voi, però, arrivati a questo punto, vi starete chiedendo: “Ma perché il Nostro Antonio Aroldo, ci sta facendo tutto questo Excursus sulla Iella”? beh, miei cari amici, continuate e lo scoprirete. La “Iattura”, miei cari signori, esiste e come se esiste e centra in tutta questa storia. Andiamo, però, avanti con ordine. Nella seconda settimana di vacanza, dovete sapere miei cari lettori, che sull’isola di Cipro, o almeno nella nostra zona, si è alzato un vento freddissimo che ogni sera dilaniava la schiena di mia madre, già di per se distrutta, dal colpo della strega. Io, mia madre e la mia dolce cugina Irene, infatti, la maggior parte delle sere di quella settimana, abbiamo mangiato all’interno dell’edificio principale del Mercuri. Lì, dentro però, c’era purtroppo, un altro problema. All’interno della suddetta struttura, infatti, era perennemente accesa l’“Aria Condizionata” a tutta forza. Qualcosa, cioè, di estremamente deleterio per chi soffre di mal di schiena. Mia madre, infatti, ogni qualvolta che dovevamo andare cenare aveva quasi sempre i “Nervi a Fior di Pelle”. Lei, difatti, in quei precisi momenti, mi lanciava “Saettanti Lampi d’Odio” con lo sguardo nei miei confronti e nei confronti di quella vacanza che soltanto io avevo voluto a tutti i costi. Mia madre, in altre parole, ogni qualvolta che mi guardava in quel modo, mi faceva sentire tanto triste e arrabbiato nei confronti di quelli che, con il “Loro Contorto Lavoro”, mi hanno spinto, ormai quasi sette anni fa, a cominciare questa “Dannata Ricerca”! Quella seconda settimana, comunque sia, è stata una bella esperienza anche se perseguitata, come vi ho già evidenziato, da un vero e proprio “Malocchio”. Mia cugina, infatti, non ridete perché è cosi, un giorno mentre stavamo in piscina, si è beccata una “Scheggia di Legno del Parquet” nel piede. Io, mia madre e la dolce Irene, però, nonostante tutti i “Nostri Guai”, abbiamo stretto delle “Magnifiche Amicizie” con “Persone Straordinarie” come Patrizia e il “Suo Compagno Italo - ungherese Jhoid” e con Gregorio Frutta e i suoi due amici: Ciccio e Nello. La dolce Irene, poi, proprio in quella seconda settimana, ha avuto il “Gran Coraggio” di fare il cosiddetto “Skydiving con il Motoscafo” assieme al nostro amico Nello. Lei, in altre parole, è stata quella che, tra noi tre, si è divertita di più. Io, infatti, dal canto mio ossessionato com’ero dalla mia ricerca, non riuscivo a rilassarmi; mia madre, poi, dal canto suo, non pensava a nient’altro che al giorno del ritorno a casa. Mia cugina, in poche parole, era l’unica tra noi che stava senza pensieri. Questo non vuol dire che io non mi sia divertito affatto. Tutto ciò, miei cari lettori, significa soltanto che è stato davvero molto difficile organizzare una giornata o una serata sostanzialmente “Spensierata” e fatta solo di “Frivolezze”. Noi, però, nonostante tutto, anche grazie ai “Nostri Nuovi Amici”, ci siamo divertiti molto, siamo andati anche in discoteca a ballare! Io, voi non ci crederete, ma mi sono alzato in piedi e ho ballato con mia madre e con Patrizia, la compagna di Jhoid. Quella settimana, infine, nonostante i molti e pesanti litigi con mia madre e i suoi “Acciacchi”, sono riuscito a raccogliere parecchi e preziosi elementi per la mia ricerca. Io, mia madre e mia cugina, infatti, abbiamo visitato “Magnifici Posti” pieni di Storia e di Mistero; abbiamo, infatti, visto Salamina, luogo della famosa battaglia tra greci e persiani; abbiamo visto[4] l’Abazia di Bellapais; abbiamo visto il Castello di Kantara e il Castello di Sant’Ilarione (a cui si è ispirato Walt Disney per il “Castello di Biancaneve”); abbiamo, poi, visto la città di Farmagosta. L’intero contenuto di questo articolo, nonché di quello prossimo, comunque, come forse ho già accennato, sarà supportato da un “Adeguato  Materiale Video”. Adesso, però, miei cari ragazzi, avviamoci rapidamente alla conclusione del “Resoconto” di questo “Mio Travagliato Viaggio”. Il “Volo di Ritorno”, miei cari amici, era alle sei del mattino. Esso, però, così come quello dell’andata, “Faceva Scalo” ad Antalya e a Rimini; procediamo, però, con questo particolarissimo resoconto, con ordine ancora una volta. Quella notte, dato l’“Orario di Partenza”, non abbiamo dormito proprio. La maggior parte della serata, e poi della notte, infatti, l’abbiamo passata a chiacchierare, a preparare le valigie e a guardare la tv italiana. Verso le quattro, poi, è venuta a prenderci la medesima auto che c’aveva accompagnato dall’aeroporto al Vuni. Una volta arrivati in aeroporto, però, abbiamo dovuto aspettare ben più di un’ora per imbarcarci. Una volta imbarcati sull’aereo, poi, voi non ci crederete, ma è sorto un altro problema. Il “Personale di Bordo”, infatti, m’aveva assegnato un posto che si trovava sul lato opposto dell’aereo, rispetto a quello dato a mia madre e a mia cugina. Mia madre, infatti, che voleva tenermi vicino a se, e con un gran bisogno di sfogarsi per tutto ciò che gl’era capitato in quella “Maledetta Vacanza”, si è messa a litigare con le “Hostess”. Il litigio, miei cari lettori, è durato quasi un quarto d’ora, finché una “Coppia di Giovani Italiani”, non c’ha ceduto i posti spontaneamente. La vita della mia famiglia, in altre parole, è, per così dire, “Un Po’ Complicata” anche perché per ogni problema che si risolve, se ne crea subito un altro. Quest’estate a Cipro, difatti, una volta individuato il posto dove sedermi, è sorto un altro problema. Gli “Steward” e le hostess, infatti, non sapevano come dovevano alzarmi dalla sedia e me sul sedile dell’aereo. Mia madre, difatti, vedendo che gl’assistenti di volo della “Srilankan Airlines”, si stavano “Perdendo in un Bicchier D’Acqua”, è intervenuta lei e con la “Forza della Rabbia Accumulata”, mi ha alzato dalla “Mia Sedia” e mi ha messo sul sedile preposto. L’aereo, infine, dopo circa venti minuti, ossia molto meno dell’andata, si è alzato in volo alla volta di Antalya. Io, però, vi devo confessare miei cari ragazzi, che, durante tutta la prima parte del “Viaggio di Ritorno”, ho dormito pacificamente, sperando di riaprire gl’occhi direttamente a Napoli. Una volta sveglio, invece, ho scoperto di stare per atterrare a Rimini. Una volta vigile, miei cari Lettori, speravo di trovare mia madre più calma e più rilassata! Lei, invece, era nervosissima, molto smaniosa e continuava a lanciarmi i “Suoi Lancinanti Sguardi al Vetriolo”. Lì per lì, miei cari ragazzi, non ho ben capito i motivi del protrarsi del “Suo Comportamento”, mai poi ho visto che c’era l’aria condizionata a tutta forza e che non si poteva fumare ed ho compreso tutto. Una atterrati a Rimini, miei cari lettori, sono iniziate le “Operazioni di Sbarco” dei bagagli delle persone che scendevano lì. Mia madre, memore dell’“Esperienza Egiziana”, (di cui vi ho già parlato in un precedente articolo), ha controllato, dal nostro finestrino, l’intero lavoro. Il comportamento di mia madre, lo so miei cari amici, vi è sembrato un po’ maniacale, ma è servito. I “Facchini dell’aeroporto”, infatti,  stavano scaricando anche il nostro bagaglio. Essi, difatti, avevano già preso la mia carrozzella. Quella santa donna di mia madre, però, per fortuna, semplicemente facendo la “Voce Grossa”, ha fatto rimettere tutto al “Suo Posto”. L’aereo, in definitiva miei cari lettori, è ripartito dopo un’ora e mezza alla volta di Napoli con mia madre che era sempre più smaniosa e nervosa e che, pur mantenendo sempre la voce bassa, bestemmiava come una matta! Una volta atterrati all’“Aeroporto Napoletano”, miei cari amici, voi non ci crederete, ma non si trovava più la mia carrozzella! Mia madre, difatti, a un certo punto, si è incavolata talmente che io avevo paura che gli venisse una “Sincope” o un “Ictus”. Lei, infatti, ha cominciato a gridare affannosamente: “Dov’è la Carrozzella di Mio Figlio”!!! Gli assistenti di volo, dal canto loro invece, dicevano: “Signora si calmi, si calmi, adesso la troviamo la carrozzella, non si preoccupi”. Mia madre invece diceva: “No, non mi calmo, rivoglio la carrozzella di mio figlio! Dov’è la carrozzella di mio figlio?!”. Nel frattempo, però, è sopraggiunto un altro problema. Noi, infatti, aspettavamo anche l’“Elevatore Speciale per Disabili”, che non arrivava. Abbiamo scoperto, poi, non vi mettete a ridere ma è così, che qualcuno aveva cancellato la nostra prenotazione per quel mezzo. Voi, però a questo punto direte: “E’ Finita Qui”?! No, miei cari signori, non è finita qui! Una volta scesi dall’aereo, infatti, tutti i passeggeri, compresi noi, non trovavamo più i nostri bagagli. Noi, infatti, abbiamo dovuto aspettare per più di un ora nel aeroporto per riaverli. Il nuovo problema, riguardante i bagagli, difatti, era che in sostanza l’aereo stava ripartendo con tutte le nostre valige. Voi, però, a questo punto vi chiederete, ma non potevi organizzarti da solo per questa vacanza? Io, miei cari lettori, se devo dirvi la verità, io ci ho provato ad organizzami da solo e a dirlo a mia madre, ma lei s’è innervosita talmente, che qualche giorno prima di partire mi stava lasciando senza mangiare a pranzo. Voi direte: “Antonio, comunque, sei uno Stronzo”! Si, miei cari amici, sono uno stronzo, vi dirò di più, sono anche un “Pezzo di Merda”, per aver fatto passare tutti questi guai a mia madre. Se voi, però, sapeste qual è il fine ultimo della mia ricerca, il 40% di voi mi manderebbe direttamente alla “Neuro”, il 30% mi ucciderebbe, e il restante 30%, forse mi darebbe una “Medaglia al Valore”. Tutta questa storia, intanto, ha già prodotto uno “Spiacevole Risultato”. Il 99% dei miei parenti, infatti, appena sono tornato a casa, mi ha trattato come un “Appestato”; chi sa come mi tratteranno, non appena avrò pubblicato i “Risultati Definitivi” del mio lavoro?

Antonio Aroldo

 



[1] Tutti i Diritti  sono Riservati al Firmatario del Presente Articolo
[2] http://www.lagenziadiviaggi.it/annuario/scheda.php?id_azienda=1155
[3] http://www.cambioeuro.it/lira-turca/
[4] http://viaggi.corriere.it/diari-di-viaggio/europa/cipro/isola_cipro_68932.shtml