venerdì 29 ottobre 2010

Venezia

Estate 2010: L'Avventurosa Vacanza di un Disabile

“Estate 2010:


L’Avventurosa Vacanza di un Disabile”

Miei cari amici come state? Come avete passato le vostre vacanze? Spero bene! Le mie sono state a dir poco avventurose: statemi a sentire! Ho deciso di descrivervi, le “Mie Vacanze”, per farvi avere un “Quadro Completo”dei problemi di un “Disabile” in vacanza. Si, miei cari lettori, io sono un disabile e non il “Mio Caro Amico”, Enrico Adriani, che non è mai esistito. Io spero che vi piaccia la “Sincerità”, perché io lo sono con chi considero “Mio Amico”. Quest’anno, io e mia madre, contavamo di poter fare una tranquilla vacanza sulla “Costiera Sorrentina”, vicino ai nostri parenti. Una parte della “Mia Famiglia Materna”, infatti, è stata lì; mia zia Stella e mio zio Guido, hanno affittato una casa sopra Sant’Agata. Mia zia Flora, invece, ha, già da alcuni anni, una piccola proprietà vicino “Piano di Sorrento”. Queste due abitazioni, purtroppo, (ve l’ho posso assicurare), sono piene di scale. Esse, quindi, sono da considerarsi assolutamente proibitive per i “Disabili in Carrozzella” come me. La casa di mia zia Flora, addirittura, ha suo interno una prima rampa di scale soltanto per andare nel primo bagno disponibile. Miei carissimi amici, in poche parole, per le ragioni che fin qui esposto, io e mia madre,

abbiamo deciso di trovare un hotel, situato in “Penisola”, realmente accessibile per i disabili. La ricerca, sarà difficile crederlo, ma è stata inutile. Abbiamo girato, infatti, tutto il “Territorio Sorrentino”, in lungo e in largo, più e più volte: non è servito a nulla! Tutti gli alberghi, in altre parole, o non avevano camere larghe e comode, realmente adatte alle esigenze dei disabili. Sì, miei cari amici, perché noi non cercavamo, esclusivamente una “Stanza per Disabili”, ma una camera che fosse davvero “Per Tutti”: con un bagno che deve essere costruito con una porta più larga adatta per i disabili, ma anche per l’anziano che con l’età è ingrassato, con una “Doccia a Pavimento” coperta con una semplice tendina. Non vi preoccupate: per impedire che si allaghi tutto, basta mettere un sottile rialzo di silicone che divide il settore della doccia dal resto del bagno. Non dimenticate, però, la giusta pendenza del pavimento vicino al “Tombino” della suddetta doccia. Esistono, però, anche altre tipologie di “Docce” comode e sicure per tutti e che riducono, tra l’altro, veramente al minimo il rischio d’“Incidenti Domestici”. Ci sono, infatti, quelle con una specie di “Porta Scorrevole”, quelle che hanno le ante con l’apertura dall’interno verso l’esterno con delle semplici maniglie per le porte. Tutte queste tipologie, comunque, sono sempre sprovviste del cosiddetto “Piatto”, a causa del quale, (non ditemi che non è vero), si scivola spesso. Miei cari amici, come voi vedete, ci vuole ben poco per

rendere una “Camera d’Albergo”, realmente confortevole, per tutti e in maniera intelligente. La camera in generale, infine, deve, necessariamente, essere più spaziosa possibile. Un altro grosso problema era l’accessibilità alla “Discesa a Mare” o comunque in “Piscina”. Sì, amici miei, avete capito bene; sarà un caso, ma tutti gli alberghi della costiera o non avevano camere libere, adatte alle nostre esigenze, o erano sprovvisti, sia di una “Comoda Discesa a Mare”, sia di una “Piscina Accessibile”. L’unico lido di quelle parti, realmente accessibile, è il “Lido Meta-Mare”. Il mare, però, lì è di solito sporco. Per tutti questi motivi, dopo “Accese Discussioni”, abbiamo preferito una “Crociera”. Voi vi starete chiedendo: “Ma perché, il Nostro Antonio Aroldo, ci sta raccontando tutto ciò”? Beh, ragazzi, perchè stavolta mi hanno fatto proprio incavolare di brutto: proseguiamo, però, con la storia, così potrete capire. Mia madre, all’inizio di agosto, prenotò la “Costa Serena”; la compagnia che l’ha varata, infatti, si chiama “Costa Crociere”. Beh, miei carissimi lettori, vi posso assicurare che non mi sono annoiato per nulla, ma anche che è stato un viaggio tutt’altro che “Sereno”. Per raccontarvi tutto, però, devo cominciare dall’inizio. La partenza della crociera si è avuta a Venezia. Sì, avete capito bene: Venezia. Io, insieme a quella “Santa Donna” di mia madre, abbiamo fatto più di 800 Km in auto da Napoli a Venezia con pochissime “Pause Caffè”. Una volta arrivati lì, siamo andati a Mestre. Lì, abbiamo cenato con dell’ottimo “Galletto Piccante” con delle patatine fritte insaporite con dell’ottimo salsa che a me sembrava una specie di maionese. Io e mia madre, abbiamo pernottato lì vicino. L’indomani mattina abbiamo fatto un giro per quella “Ridente Cittadina”. Ragazzi, non ci crederete, ma vi assicurare che una città quasi completamente accessibile per i disabili. Lì, infatti, ho trovato una “Rampa per Carrozzelle” ogni due metri e quando trovavamo le scale, lì vicino, ho visto sempre un “Percorso Alternativo”. Io e mia madre, inoltre, durante la nostra passeggiata, (in attesa dell’imbarco sulla nave), abbiamo visto dei “Cartelli Pubblicitari” che riportavano la vendita d’alcune abitazioni, molto grandi, ma a prezzi molto bassi. Mia madre, infatti, in quell’occasione, (per scherzo spero), ha pensato, per un momento, di trasferirsi lì. Verso le undici, con l’auto, siamo andati verso il porto. Mia madre, però, prima d’imbarcarci, ha voluto, giustamente, mettere la macchina in un “Parcheggio Coperto”. Questo particolare luogo, però, non era un granché. Esso, infatti, era sprovvisto, sia di un “Servizio di Sicurezza Armata”, sia di un’assicurazione in caso di “Furto dell’Auto”; purtroppo, però, era l’unico “Garage” disponibile e che aveva un “Posto per Disabili”. Il gestore, infine, ha preteso 80 € per custodire la macchina l’intera settimana. Si miei cari amici, avete capito bene, a differenza di tutto il resto d’Italia, a Venezia il posto disabili si paga! L’imbarco è stato eseguito verso l’una con due ore di ritardo rispetto alla “Tabella di Marcia”. La “Cabina per Disabili”, per fortuna, era







appropriata. Infatti, aveva un bagno molto spazioso e due letti belli grandi. Il resto della nave era molto grande. Essa, infatti, si sviluppava in altezza per dodici piani. La struttura, inoltre, aveva tre belle piscine distribuite tra i primi dieci piani. L’intera nave era molto sfarzosa, molto ricca di cose appariscenti. Essa aveva, per esempio, tre ascensori esterni con “Cabina a Vetri” che, in salita o in discesa, ti facevano vedere tutto l’“Olimpo” ricostruito. Io e mia madre stavamo al “Ponte Sette” chiamato “Perseus”. Tutto questo lusso, però, sfociava quasi nel “Kitch”. Io, infatti, ho capito quasi subito che era un bellissimo “Guscio Vuoto”. Voi direte: ”Perché affermi questo”? Continuate a seguire questo mio racconto e lo scoprirete. Io e mia madre, insieme con mia cugina Lavinia, avevamo già fatto una crociera nel “Mediterraneo Occidentale” con la “Msc”. Vi posso assicurare, però, che tra la costa crociera e la msc c’è un abisso profondo. La nave della “costa crociera”, infatti, pur avendo tre piscine non aveva nessun “Bagnino” che potesse aiutare me e mia madre ad entrare in acqua. Noi abbiamo evidenziato questa difficoltà, in un’occasione che vi dirò tra poco, ma ci hanno risposto che per ragioni di sicurezza non avevano dei bagnini. Loro, infatti, avevano soltanto un piccolo controllo per impedire ai bambini di non andare in una certa piscina adibita solo per adulti. Nella crociera di msc invece mia madre ed io, non potevamo fare un passo senza che non ci fosse subito qualcuno disposto a darci un prezioso aiuto e quando c’erano barriere particolarmente difficili da superare, tipo, un’entrata in piscina, perché tutte le navi devono avere una struttura innalzata per evitare che trabocchi l’acqua all’esterno della piscina stessa. I membri dello staff, infatti, dicevano: “Signora ci Dispiace per il Disagio ma le Strutture delle Piscine”, almeno per quanto riguarda le navi, “Devono Essere così” per i motivi che ho detto prima, “ma quando è Possibile”, (affermavano concludendo), “Noi, diamo Sempre una Mano”. Un altro problema erano le escursioni effettuate con i pullman. Gli autobus, però, non erano adibiti per il trasporto disabili. Nella Msc, infatti, (per sopperire a ciò), ci avevano dato un inserviente ad hoc per accompagnarci dove volevamo quando attraccava. Nella costa crociere, invece, abbiamo dovuto fare tutto da soli. Io e mia madre, infatti, alla discesa di Bari per fare l’escursione da soli abbiamo impiegato molto tempo, ma divertendoci comunque. Abbiamo visto, infatti, la “Cattedrale di San Nicola”, la “Città Vecchia” e il “Castello di Federico II”. Ora, dovete sapere, che mia madre senza occhiali non vede nulla. Lei, infatti, per tale motivo prima di uscire dalla camera e di scendere dalla nave, aveva chiesto a me di guardare l’orario di rientro. Io, stupidamente, anzi molto stupidamente, ho letto direttamente l’orario di partenza calcolando sempre i dieci minuti di “Ritardo Fisiologico”; vi dirò di più, al ritorno, mentre facevamo l’ultimo tratto per arrivare all’ingresso della nave, c’è passato davanti un altro crocerista che è riuscito a salire prima di noi. Io, infatti, ero tranquillo di arrivare in tempo. Quelli della nave, però, alle 14.31 hanno tolto la “Passerella d’Ingresso” e se ne stavano già andando via. Noi, infatti, siamo arrivati proprio nel momento in cui stavano togliendo la passerella, vi giuro, inoltre, che la nave era ancora attaccata al molo. Quelli della nave ci hanno pure visto ma non se ne sono fregati. Io e mia madre, infatti, non appena abbiamo visto che se ne andavano, abbiamo detto a quelli della reception del porto fateli riattaccare la nave per farci risalire. Loro ci hanno risposto: “Quella è una città galleggiante non è possibile staccare e riattaccare la nave come se non fosse nulla” Alche a mia madre è venuta in mente un’altra soluzione. Lei, infatti, ha detto: “Prendiamo una lancia e raggiungiamola”. Loro, in buona sostanza, continuavano dire: "Signora non si preoccupi risolviamo, subito risolviamo” ed è partita la nave senza di noi. Lo so la responsabilità più grossa è stata la mia ma se loro ci avessero dato un inserviente a disposizione, come nella “M.S.C.”, tutto ciò non sarebbe mai successo. Devo inoltre dire che loro prima della partenza si erano presi tutti i nostri recapiti, perché quando hanno visto che facevamo tardi, non ci hanno avvisato con il telefonino? Voi vi starete chiedendo: “E poi”? Beh, ragazzi non ci crederete, ma abbiamo dovuto prendere una “Nave Cargo”, che faceva “Bari-Igoumenitsa” e da Igoumenitsa, farci ben tre ore di taxi per arrivare a Catalogon. La nave che ci ha dato il passaggio era un traghetto dove eravamo tutti ammassati come tanti “Capi di Bestiame” e dove la pulizia era un optional. La “Costa Serena”, che era la nostra nave, ripartiva dalla suddetta città tre quarti d’ora dopo il nostro arrivo; questo significa, miei cari signori, che io e mia madre ci siamo persi l’escursione a Olimpia e una giornata di comodo

viaggio per un problema, che in gran parte è stato causato dall’amministrazione della “costa crociera”. Quelli dello staff della nave, inoltre, non appena siamo andati per imbarcarci ci hanno portato a colloquio con un ufficiale dell’equipaggio. Un domenicano di nome Eloy. Indovinate miei cari amici questo tizio in realtà cosa voleva? Voleva i mille euro che l’amministrazione ci aveva anticipato per pagarci il passaggio sulla nave e il taxi finale. La tappa dopo era quella di Smirne. Questa ridente e moderna cittadina turca è molto paragonabile alla nostra Milano. Essa, infatti, è piena di cose tipiche della cultura turca è inoltre la patria di Ataturk. Quasi al centro della città, infatti, ci sono due statue con il fondatore della repubblica turca da bambino e sua madre accanto; per il resto, la città è strapiena di banche, negozi, persone che vendono narghilè e anche di lustra scarpe che hanno banchetti con mille cianfrusaglie per pulire bene le scarpe. La città, inoltre, è completamente piena di venditori ambulanti molto spesso africani. L’amministrazione della nave, per farsi perdonare l’increscioso concorso di colpa, ha messo, mia madre e me, nel “Settore Vip del Ristorante” e ci ha dato due maggiordomi dedicati durante il pranzo. I quali ci spostavano la sedia, ci mettevano il tovagliolo sulle gambe e ci versavano l’acqua che là, pur avendo la “Formula All Inclusive”, si pagava a parte e costava 4 euro. Mia madre, infatti, per non spendere più del dovuto era costretta a prendere una sola bottiglia di acqua gassata soltanto per me. Lei, infatti, anche se non le piaceva, era costretta a bersi l’acqua gassata. Mia madre, infatti, cercava in tutti i modi di non spendere più del dovuto e non finire ancora di più nei “Sanguinari Ingranaggi”, di quella che lei definiva, una “Macchina Spenna Polli”. Io, infatti, da quando avevamo perso la nave, ho visto mia madre sempre più incavolata con me che non ero riuscito a organizzarmi l’estate da solo e con la “costa crociera” perché ogni giorno che passava, si sentiva sempre più truffata. Si miei cari amici, perché c’è da dire, che anche se la nave aveva dodici ponti, io potevo arrivare, soltanto, fino al decimo. Ogni qual volta dovevamo prendere l’ascensore, inoltre, dovevamo fare delle file interminabili. La nave, infatti, per regolamento poteva stipare soltanto 3500 persone, ne ospitava invece, 3700. Lo so! Colpa mia avrei dovuto organizzarmi da solo la vacanza. Ormai sono grande ho trent’anni, avrei dovuto lasciare mia madre libera, ma resta il fatto, che fino a luglio scorso mi hanno incastrato con tremila e più articoli e articoletti che non mi hanno dato respiro fino a quando non ho detto basta. Molta gente, dentro e fuori al “Mio Entourage Familiare”, infatti, (mia madre e mio padre compresi), è convinta, in cuor suo, che io non faccia un “Emerito Cavolo” dalla mattina alla sera. Tutto ciò, forse, è stato vero fino al “Diploma”. Tutti, in buona sostanza, non dimenticheranno mai quanto ho fatto impazzire mia madre per farmi studiare. L’ho ammetto, ero molto sfaticato; lo sono ancora, per certi versi, ma tutte queste persone, che ora, mi giudicano in silenzio, con “Sguardi Fulminei” e con “Battutine Stupide”, dovrebbero ricordarsi che mi sono laureato con 110 e lode e senza l’aiuto di nessuno. Io, in ultima analisi, posso dire, con un certo orgoglio, che io faccio molto di più di quanto faccino i miei coetanei che magari stanno molto meglio di me; perdonatemi per questa, se pur breve parentesi, e torniamo al nostro viaggio. Voi capite, allora, che non ho avuto proprio la forza di organizzarmi in modo tale da non pesare sulle spalle di mia madre. Lei, fra l’altro, fino all’ultimo secondo, ha sperato che io me ne andassi a Sibari insieme a mio padre. Vedete miei cari amici, mio padre, ormai, è diventato un pantofolaio della prima ora. Egli, inoltre, da quando sta con la famiglia della nuova compagna si è proprio rincretinito. L’ingegner Aroldo Nicola fino a qualche anno fa era una persona sveglia, vitale, con cui si poteva parlare quasi di tutto, di politica, di cultura, d’informazione, di problemi personali e non; oggi, invece, è diventato un rozzo campagnolo più di tutti quelli che lo possono circondare. Beh, d’altro canto, non è colpa sua, si è solo adeguato ai “Casini” che frequenta insieme alle sue dolci donne che non sanno mettere insieme due parole sensate. Mia madre, infatti, alla fine della vacanza, mi ha detto esplicitamente che, secondo lei, è stato mio padre a portare “Sfiga” a questa nostra vacanza; questo perché, i posti che frequentava con mia madre, sono ben diversi dai posti che frequenta adesso. Torniamo, però, al nostro viaggio. La terza tappa del nostro viaggio è stata Istanbul. Anche qui, purtroppo, mia madre ha dovuto fare una smazzata perché quando siamo scesi dalla nave, abbiamo trovato il primo punto d’informazione turistica già chiuso ed avevano finito tutte le cartine della città. L’unico punto d’informazione ancora disponibile era solo alla fine del porto, mia madre ed io abbiamo dovuto fare quasi tre chilometri a piedi, sotto al sole, per raggiungere questo punto d’informazione. Le informazioni date, manco a farlo apposta, erano anche sbagliate. L’addetta, infatti, non ci aveva detto che là, gli autobus di Istanbul, erano tutti adibiti per i disabili e che bastava uscire dal porto e aspettare due minuti per prenderne uno. Il porto, inoltre, è in una posizione centrale e con i mezzi giusti puoi raggiungere il centro della città in pochi minuti. Io e mia madre, invece, non sapendo nulla di tutto ciò, ci siamo incamminati verso l’imbarco dei traghetti adibiti per fare il “Giro Turistico”, intorno e attraverso il “Famoso Stretto”. Mia madre, mentre attraversavamo la strada, però, si era accorta che un giovane ragazzo, dalla faccia da drogato, aveva iniziato a seguirci, proprio come un “Felino della Giungla”, insegue la “Sua Preda”. Egli, infatti, stava a breve distanza da noi, ma senza avvicinarsi troppo, aspettando il momento giusto per fare la sua mossa. Mia madre, che è una “Donna Coraggiosa”, l’ha “Guardato di Traverso” un paio di volte; poi, però, all’imboccatura della “Zona dei Traghetti”, un poliziotto del posto ci ha aiutato a fare un paio di scalini. Il ragazzo in questione, in altre parole, non appena ha visto il poliziotto, si è dileguato immediatamente. Il giro in battello, però, mi dovete credere, è stato bellissimo. Istanbul, infatti, si è mostrata, ai miei occhi, come una città multiculturale e piena colori. Il “Suo Pregnante Profumo di Storia Immortale”, la “Sua Millenaria Forza d’Integrazione Socio-Culturale”, mi rimarranno nel cuore per sempre. Io vi posso dire, sinceramente, che ho scoperto, queste straordinarie qualità, quando sono andato a visitare la “Bellissima Moschea Blu”. Andiamo, però, avanti con ordine. Io e mia madre, alla fine del giro sul battello, ci siamo incamminati per prendere l’autobus. Ora, dovete capire, che un turista, in una cosi grande città, si può anche perdere. Ebbene, miei cari, stava proprio per succedere questo. Alcune persone, poi, ci hanno visti così spaesati, e si sono sforzati di comprendere quello che chiedevamo veramente. Miei cari amici, arrivati a questo punto, però, devo fare una precisazione: a Istanbul, gli autobus e i tram, sono quasi la stessa cosa. Io e mia madre, infatti, abbiamo preso, infine, il tram. Esso, per fortuna, come ho già avuto modo di evidenziare, era adibito per il “Trasporto Disabili”. Esso, infatti, aveva un’entrata senza scalini. La struttura della “Fermata Centrale”, inoltre, (come credo tutte le altre), aveva il “Passaggio per la Carrozzella”. Io e mia madre, infatti, devo purtroppo confessare, che, nelle pochissime ore a disposizione, abbiamo adoperato, soltanto, quella centrale. Una volta arrivati in centro ci siamo accorti, con un certo stupore, che la suddetta linea era proprio vicino al porto e che, sia la moschea blu, (di cui parleremo tra breve), sia la “Cattedrale di Santa Sofia”, erano lì a due passi. Una semplice domanda, arrivati a questo punto, sorge spontanea: perché, l’“Amministrazione Turistica della Nave”, (per così dire), non c’è, l’ha comunicato? Molto semplice, miei cari amici, perché se si fosse saputo in giro, nessuno più avrebbe partecipato all’“Escursioni Organizzate”. Questi determinati giri, infatti, erano pagati, come sempre nelle crociere, con una forte somma a parte. Il biglietto, per il tipo di “Mezzo Pubblico”, di cui abbiamo già parlato, (l’abbiamo sperimentato noi stessi), è di un “Centesimo a Corsa”. Beh, che vi devo dire, forse ci hanno fatto pagare così poco, perché si vedeva che eravamo due “Turisti Spiantati” capitati in una “Fornace Ardente” e grondanti di sudore. Ah, ah, ah: guardate che era una battuta! Beh, ragazzi, comunque, è vero che c’era un sole che scioglieva le pietre. Io e mia madre, comunque sia, non appena siamo arrivati alla moschea blu, abbiamo attraversato un enorme giardino in cui c’era tutta una serie di piante. Lì vicino, poi, proprio attaccata alla moschea, c’era una parete piena di rubinetti e di lavabi, piccoli e grandi, che sono adoperati dalle persone di religione islamica per lavarsi prima d’entrare all’interno della moschea. Io e mia madre, avvicinandoci all’edificio, abbiamo osservato che non esistevano “Rampe d’Accesso Visibili per Carrozzelle”. Mia madre, allora, vista la situazione, stava quasi per entrare da sola e con la “Cinepresa” in mano per riuscire a riprendere qualcosa. Un altro turista, invece, in quel preciso momento, ci ha spiegato che la “Rampa d’Accesso per i Disabili” si trovava da un altro lato della struttura. Una volta, che siamo arrivati a quel tipo d’ingresso, mi sono reso conto che la Turchia, nonostante sia considerato da molti, un paese con una linea politica fortemente influenzata dalla cosiddetta “Sharia”, vi posso assicurare che si è dimostrata, in realtà, (almeno per quello che ho vissuto personalmente), una nazione democratica e multietnica. Nell’entrare, in quel particolare luogo, ho trovato, infatti, un piccolo gruppo d’assistenti per disabili che mi hanno aiutato a fare la rampa d’accesso, che mi hanno dato un’altra carrozzella per fare il giro all’interno della moschea e che, infine, mi hanno dato anche una specie di “Pantofola di Plastica” per impedire, alla “Mia Scarpa Sinistra”, di toccare terra. La carrozzella, utilizzata per fare il giro all’interno dell’edificio, aveva inoltre, le “Ruote Vuote”. Questa particolare tipologia di ruote, infatti, impedivano, alla suddetta carrozzella, di sporcare per terra in un “Luogo Sacro”. Voi vi chiederete: “Perché mi avevano dato soltanto una cosiddetta Sopra-Scarpa”? Beh, miei cari amici, semplicemente perché, la carrozzella non aveva il “Pedale Sinistro”. Una volta entrati, io e mia madre, ci siamo ritrovati in un immenso e profondo cielo blu. Io, personalmente, avevo sentito parlare di questo “Particolare Luogo di Culto”, ma mai avrei potuto immaginare che fosse così stupendo. Vi posso assicurare, infatti, che è come ritrovarsi dentro a un “Pezzo di Paradiso” caduto dall’alto. Non vi preoccupate: se assieme a questo mio articolo, riuscirò a montare il video delle “Mie Vacanze”, allora potrete vivere, pure voi, quella “Emozione” anche se indirettamente. La visita, anche se intensa, è stata breve. Io e mia madre, infatti, verso le cinque passate, avendo una “Paura Matta” di perdere nuovamente la nave, ci siamo affrettati al porto. Questa volta, però, la nave è partita con un largo quarto d’ora di ritardo. Essa, infatti, sarebbe dovuta ripartire alle 18:00; ora locale, è ripartita invece, alle ore 18:20. La nave, in realtà, se proprio vogliamo dirla tutta, non è più partita in orario, dopo la sosta di Bari. Beh, sapete che vi dico ragazzi, mi dispiaciuto non riuscire a vedere la cattedrale di Santa Sofia; beh, d’altro canto, non è stata, né colpa mia, né di mia madre, ma ancora una volta, della Costa Crociere. Sì, miei cari amici, perché se l’amministrazione della nave, ci avesse detto, che la suddetta fermata centrale si trovava a due passi dal porto, allora io e mia madre avremmo potuto organizzarci meglio, riuscendo a vedere tutto e molto altro ancora, non trovate? Un altro episodio molto divertente, che la dice lunga sull’onestà di quelli dell’amministrazione di Costa Crociere, è accaduto qualche giorno prima della fine della traversata. Io e mia madre, a un certo punto del viaggio, avevamo finito lo spazio sulla “Memory Card”della mia “Macchina Fotografica”. Mia madre, allora, decide di portare la suddetta Card alla reception per far trasferire i dati dalla suddetta scheda a una “Pen-Drive” di proprietà, indovinate un po’, sempre di mia madre. Quelli della reception, prima hanno detto di sì, prendendosi sia la card, sia la “Penna”, poi l’addetta torna dicendo: “Signora noi, per Ragioni di Sicurezza, non lo possiamo fare, se proprio deve, vada al 5° Piano”, dove c’è il Photo-Shop e là….”. Io e mia madre, dunque, ci siamo avviati al 5° piano facendoci tutta la fila per l’ascensore. Una volta arrivati, lì, abbiamo parlato con quelli del suddetto negozio. Quest’ultimi, però, non hanno voluto fare, adducendo sempre “Motivi di Sicurezza”, quello che, come tutti noi sappiamo, è un “Semplice Copia-Incolla”. Il motivo specifico, per cui non potevano fare questo servizio, se proprio volete farvi una risata, era che non possedevano un computer per fare questo “Semplice Lavoro”. Loro stessi, però, hanno detto, infine, che erano in grado, di copiare i “Nostri Dati”, soltanto su un loro cd e che il tutto costava 18€. Una domanda sorge spontanea: come avrebbero fatto quelli del negozio a traslare i dati sul cd, poiché non avevano il computer? Cosa molto strana, considerato che su ogni “Ponte della Nave”, c’era un “Sistema d’Interconnessione Informatica di primo ordine. Tutta la rete, inoltre, aveva per ogni ponte, un “Suo Esperto Informatico”. L’ultima tappa della nostra traversata è stata la città di Dubrovnik in Croazia. La nave, per quest’ultima tappa, aveva organizzato la “Discesa in Rada”. La “Serena”, in buona sostanza, attraccava a largo, mentre invece, delle “Speciali Moto-Vedette”, facevano sbarcare e imbarcare gl’ospiti. Io e mia madre, una volta arrivati lì, abbiamo visto una “Ridente Cittadina” che si estende in mezzo al mare. La “Cittadinanza”, per fortuna, ha saputo e voluto valorizzare l’incommensurabile bellezza della parte storica di Dubrovnik; entrando nella parte vecchia del paese, sembra di essere tornati nel medioevo. Là, io e mia madre, passeggiando per il borgo, abbiamo giocato con dei “Veri Pappagalli” e comprato alcuni regali per i nostri parenti. Nel pomeriggio, tornando alla nave, abbiamo avuto occasione di parlare con un altro passeggero della nostra stessa nave. Egli ha raccontato che, durante l’anno, lavorava proprio, con la Costa Crociere. Lui, però, era imbarcato con la nave chiamata “Princess”. Essa, però, faceva, secondo questo signore, le rotte più ambite dagl’americani. Lì, quindi, la cosa è ben diversa. Gli americani, in buona sostanza, hanno, secondo sempre tale testimonianza, delle “Associazioni di Consumatori” molto presenti e molto ascoltate che proteggono seriamente gl’interessi del “Popolo Statiunitenze”. Si vede che il “Governo Americano”, a differenza di quello italiano, è una “Grande Democrazia”. Quello che è accaduto, a me e a mia madre a Bari, (secondo sempre quanto riferito da quel testimone), non sarebbe mai potuto accadere a un americano. La maggioranza delle azioni della “Società Costa Crociere”, d'altre parte, (ma questo me l'avevano anticipato già qualcuno della nave cargo), è stata comprata, negl'ultimi tempi, da un “Gruppo Americano”. Sulla nave in questione, infatti, ormai, di veramente italiano, c’è rimasto, solamente, il nome. Il “Restyle Italiano”, tanto decantato dalla pubblicità, è diventato “Restyle Pacchiano”. Esso, infatti, è pieno di “Servizi Inutili” che servono, soltanto, a creare un “Folto Velo d’Appariscenza”. Un’ultima cosa, molto divertente, mi è accaduta l’ultimo giorno di navigazione. Quella sera, tornando in cabina, siamo passati dal “Settore dei Negozi”, dove mia madre, ha voluto provare un pantalone. Il “Commesso del Negozio”, quando lei ha effettuato tale richiesta, l’ha indirizzata al negozio, immediatamente, davanti al suo. Il ragazzo, però, le ha detto anche di lasciare, sul “Suo Bancone” la “Tessera Magnetica”, che serviva per fare acquisti sulla nave, entrare in cabina e aprire la cassaforte, per “Ragioni di Sicurezza”. Io e mia madre, dopo un po’, siamo tornati, a riportare il pantalone, perché a mia madre non piaceva, ma la carta non c’era più. Mia madre a quel punto, dopo tutto quello che era accaduto, non sapeva più se ridere o piangere. Io e mia madre, infine, consultandoci con il commesso, decidiamo di denunciare la cosa alla reception. Lì, una bella signorina di colore, ha bloccato subito la carta in questione. Ora dovete sapere che noi avevamo due tessere: una per me e un’altra per mia madre. Quella di mia madre, almeno secondo quanto dettoci all’inizio della traversata, doveva aprire la porta della cabina e far accedere alla cassaforte. Quella mia, invece, doveva aprire solamente la cabina. La signorina di colore della reception, questa volta, era di differente avviso. Lei, infatti, affermava che anche la mia poteva accedere alla cassaforte. Io e mia madre, allora, siamo andati a verificare. La verifica, purtroppo, va male e noi siamo stati costretti a ritornare alla reception per risolvere la questione. Lì, sempre la signorina di colore, si riprende la tessera e dopo due minuti la riconsegna a mia madre, dicendo che tutto era sistemato. Noi, però, tornando nella nostra cabina, scopriamo che, invece, la nostra carta non apriva più nulla. Mia madre, a quel punto, si è messa a ridere a crepa-pelle, continuando a esclamare: “Ma allora ditemelo che ce l’avete tutti con me”! Io, invece, sempre ridendo, dicevo: “Mamma stai calma, si risolve tutto”. Meno male che mamma, lì per lì, ha mantenuto il “Sangue Freddo”, altrimenti, non avremmo saputo che pesci prendere. Io e mia madre, per fortuna, abbiamo deciso, subito, il da farsi. Siamo, dunque tornati, alla reception. Là, devo dire la verità, in cinque minuti scarsi, hanno risolto il problema e sostituito la carta. Io e mia madre, intanto, per tutto questo “Tira e Molla”, avevamo fatto tardi per la cena. Siamo, dunque, scappati in camera a lavarci. Quell’ultima sera, infatti, sarà che eravamo in ritardo, sarà stato l’effetto dell’ultima sera a bordo, sarà che dopo tutto quello che era accaduto, sia io, che mia madre, eravamo molto incavolati, ma i pasti serviti sembravano cucinati una mezza schifezza. L’indomani mattina ci siamo preparati per sbarcare a Venezia. Io e mia madre, però, prima siamo dovuti passare da Eloy, perché la sera prima, rileggendo il “Conto Spese del Viaggio”, avevamo scoperto che ci avevano addebitato il “Servizio” per il giorno in cui ci avevano lasciato a bari. Eloy, per fortuna, ha visto mia madre sul “Piede di Guerra”. Egli, infatti, quando mia madre gli espose il problema, è andato subito a parlare con un suo superiore: una donna molto in carne, in altre parole, come diceva Totò in un suo famoso film, una “Falsa Magra”, che deve aver detto qualcosa del tipo: “Che Vergogna questi fanno Questione per Sette Euro”. La suddetta signora in buona sostanza, non aveva capito che non si trattava di una “Mera Questione di Denaro”, ma di una “Questione di Principio”. Mia madre, per meglio chiarire, non voleva dargli un soldo in più del necessario. Mia madre, infatti, dopo l’esperienza fatta con la “Serena”, ha giurato: “Mai Più con la Costa”. Beh, adesso voi direte: l’“Avventura E’ Finita”!? Invece no! Io e mia madre, infatti, dopo la crociera, avevamo prenotato un albergo a “Venezia - lido” chiamato “Villa Orio”. Lì, miei cari amici, voi non ci crederete, ma quando ho chiesto una stanza per disabili, me l’hanno data subito. Vi posso assicurare, infatti, che la “Vecchia Storia”, in base alla quale, l’“Italia del Nord”, è più ricca di quella del sud, corrisponde, purtroppo, a verità. La nostra stanza, in altre parole, era tutta costruita seguendo criteri precisi e razionali, proprio come vi ho descritto io, all’inizio di questa storia. L’unica pecca di quella camera era che per “Tirare lo Sciacquone” bisognava fare un casino. Quella santa donna di mia madre, comunque, il “Primo Giorno a Venezia”, l’ha passato a portarmi in giro per la città. Io, infatti, vi giurare che questa estate, ogni qualvolta, mia madre ha dovuto fare uno sforzo per me, io mi sono sentito morire dentro. Ogni suo gesto, ogni sua parola, infatti, sembravano essere l’“Ultimo Canto del Cigno”, perché tutte le cose erano compiute alla perfezione: con “Sacrificio” e “Dedizione Assoluta”. È stato, in uno di quei momenti, che io ho giurato, su tutto ciò che considero di più sacro per me, (se non mi credete, sono pronto a rinnovare questo giuramento davanti a voi), che, se l’anno prossimo non riesco a organizzarmi l’estate da solo, allora io mi ucciderò. Adesso, però, torniamo alla nostra storia. Io e mia madre, dunque, una volta posate le valigie e rinfrescatoci il viso, siamo usciti dall’hotel per fare un giro. Mia madre, con un estremo atto di forza e coraggio, (vi posso assicurare che quando siamo arrivati in albergo era distrutta), fa scegliere a me cosa fare. Ora dovete capire che noi, durante tutta la discussione per decidere dove andare, eravamo già arrivati alla “Stazione dei Traghetti”. Lì, leggo su un cartello, “Stazione di Fusina”. L’ho fatto notare a mia madre, che non ricordandosi cosa fosse Fusina in realtà, ha dato il suo assenso per andarci. Sì, miei cari amici, perché mentre mia madre c’era già stata a Venezia, io no! Beh, comunque sia, dopo una “Stazione Intermedia”, scopriamo che Fusina non è altro che una “Piccola Stazione di Transito” per altri luoghi, compresa “Piazza San Marco”. Lì, vista la situazione, decidiamo di arrivare, proprio, a piazza San Marco. Andiamo, dunque, a fare il biglietto e mia madre ha chiesto di quanto fosse la tariffa per un “Biglietto Giornaliero”. Beh, miei cari amici, indovinate un po’ quanto ha “Sparato” il bigliettaio in quell’occasione? 44€. Sì, miei cari amici, avete capito bene: 44€. Mia madre, allora, ha fatto presente che eravamo in due e che io ero disabile; lui, per tutta risposta, ha affermato che, per quanto riguardava Fusina, non c’era “Disparità di Trattamento” tra “Persone Disabili” e “Normo-Dotate”. Io e mia madre, allora, non vedendo altra scelta, abbiamo pagato i 44€. Io, mentre mia madre, subiva quella “Sorta di Rapina”, mi sentivo ribollire il sangue; ancora una volta, infatti, ho rinnovato i miei “Propositi di Suicidio”. Una volta arrivati in piazza, abbiamo fatto un giro, qualche foto e qualche ripresa. Verso le cinque, poi, ci è venuta fame. Io e mia madre, allora, abbiamo iniziato a girare per i negozi e per i bar. Io, lì per lì, ho creduto che lei non si era ancora fermata, in un posto qualsiasi, perché non aveva ancora trovato niente che le piacesse veramente, ma quando l’ho sollecitata, per sapere le sue intenzioni, mi ha detto, con tono sprezzante e incavolato, di stare cercando la cosa più economica possibile. Vi posso assicurare, miei cari amici, che non appena ho sentito questo tipo di discorso, mi sono sentito morire ancora di più. Vedete, io capisco benissimo, quale fosse il motivo di tanta parsimonia, non spendere cifre esorbitanti per delle sciocchezze, che da noi al sud, costano molto, ma molto meno. Mia madre, poi, dopo la bastonatura dei seimila euro della crociera, stava bene attenta a non prendere altre fregature. Io, però, che conosco benissimo mia madre, in quel suo modo di rispondere, ho letto anche qualcos’altro: “Maledizione a Te!...che non riesci a organizzarti da Solo o con Tuo Padre! Io Sono Stanca”!!! Beh, miei cari amici, io non so se questa mia interpretazione corrisponde a verità, ma resta il fatto che quel suo tono mi ha fatto molto male e mi ha fatto rinnovare i miei propositi di suicidio. Io e mia madre, in buona sostanza alla fine, abbiamo dovuto mangiare una “ Piccola Confezione di Kit-Kat” da ben due euro. Quel pomeriggio, mentre mangiavamo quella merendina sotto il “Sole di San Marco”, pensavo solo: “Adesso Impazzisco, Adesso Impazzisco dalla Rabbia e Butto tutto a Scatafascio. E’ Soltanto Colpa mia se lei sta Male, devo fare qualcosa, devo, per forza, fare qualcosa, a settembre, alla prima occasione, mi Suicido”. Le suddette idee, poi, hanno fatto posto ad’altri pensieri. Quest’altre idee, in poche parole, m’imponevano di “Stare Calmo, di avere Pazienza, che se mi hanno fatto nascere Rettangolare, in un Mondo di Tondi, una Ragione ci Sarà”? Mi sono detto: “Avrò un Compito particolare da Svolgere in questo Mondo di Merda”! Quella prima sera a Venezia, siamo andati a mangiare in un ristorante situato vicino al nostro albergo, altrimenti chiamato “Da Scarso”. La gestione del nostro hotel, infatti, ce l’aveva consigliato, dicendo che cucinava un’“Ottima Frittura di Pesce” facendo spendere poco. Beh, ragazzi miei, volete sapere la verità? La frittura non era un granché e il conto, non è che fosse salatissimo, ma neanche era troppo “Invitante”. Mia madre, poi, sempre con la preoccupazione di dover spendere poco, aveva fatto mettere in tavola un solo tipo d’acqua, quella “Frizzante”, che a lei non piace. La “Nuova Moda dell’Acqua Frizzante”, come voi ricorderete, era iniziata sulla nave è aveva, a mio parere, come unico risultato, quello di farmi arrabbiare e di farmi pensare, ancora, una volta, al suicidio. Quella sera, infatti, litigai nuovamente con mia madre. Io e mia madre, comunque, dopo cena, abbiamo deciso di fare un giro in macchina per Venezia - lido. Beh, non ci crederete, ma a parte qualche “Gruppo di Ubriachi”, non c’era più nessuno. “Avrete fatto Tardi a Mangiare”, direte voi? Invece no! Vi posso assicurare, infatti, che erano le dieci passate. Io e mia madre, infatti, siamo rimasti, non sto per nulla scherzando, sbalorditi oltre misura da quell’“Allucinante Desolazione”. Una volta tornati in albergo, ci siamo messi a chiacchierare con il portiere dello stabile. Massimiliano, così si chiamava il ragazzo, che ci ha raccontato che lì, dopo le dieci, chiude tutto. La “Chiusura Anticipata” dei locali e dei bar, sia nella “Laguna Veneta”, sia nel Veneto in generale, (anche in pieno agosto), è stata, in poche parole, compiuta, sempre secondo tale testimonianza, dalle “Rispettive Amministrazioni” che avrebbero ricevuto dalla cittadinanza il “Particolare Imput” di “Mantenere Silenziose” le strade quando fa buio. Massimiliano, infatti, ha raccontato, per’esempio, che fino a qualche anno fa, lui aveva un bar di proprietà nel “Vicentino” che ha dovuto chiudere, perché a causa di queste Assurde Regole”, la “Polizia Municipale” andava a rompere le scatole in ogni momento. Tutte le feste e gl’incontri, infatti, si tengono, sempre secondo la suddetta testimonianza, in “Locali Privati”, dove si entra solo tramite invito. Le persone, in buona sostanza, se non riescono a entrare in qualche circuito d’amicizie e conoscenze, in altre parole, com’è successo a noi, allora sei soltanto un “Povero Turista Spiantato” capitato in un “Mortorio”. Lo stesso tipo di discorso, sarà ripreso, dopo qualche giorno, da “Markus”: “Famoso Gioielliere” di Piazza San Marco. Costui, infatti, affermava che l’“Amministrazione di Centro-Sinistra”, in particolar modo negl’ultimi anni, ha fatto molto, per i “Turisti di Passaggio”, ma quasi nulla per quelli che restano qualche giorno in più. Egli, poi, continuando il suo discorso, faceva il paragone con Napoli e l’“Amministrazione Bassolino”. Markus, in buona sostanza, difendeva il lavoro svolto da Bassolino, accusato invece, da tutti per lo “Scandalo dell’Immondizia”, affermando, con convinzione, che l’“Ex Sindaco di Napoli”, aveva fatto e stava facendo un ottimo lavoro, perché sempre secondo Markus, valorizzava la parte più bella del “Capoluogo Partenopeo”. Lì, a Venezia, da quando c’è Cacciari, sembra che le cose, vadano sempre peggio. Eppure, secondo il mio modesto parere, basterebbe così poco per rendere Venezia più vivibile per tutti. Un ponte senza scalini, per’esempio, non credo che sia, poi, una gran tragedia. Io e mia madre, infatti, ogni qualvolta dovevamo necessariamente superare un ponte, (che non fosse il “Ponte di Rialto”), avevamo l’obbligo di prendere due o tre traghetti che facevano un “Giro Lunghissimo”, soltanto magari, per riuscire a oltrepassare un “Piccolo Tratto”. Sì, miei cari amici, proprio così, l’unico ponte, apparentemente adatto ai disabili, è quello di Rialto. Esso, infatti, è stato costruito con venti scalini molto larghi; sopra cui, sono state messe delle “Piccole Pedane per Carrozzelle”. Quella santa donna di mia madre, infatti, non so più quante volte, ha dovuto fare il “Camel-Trofy” con la mia carrozzella, impennando sempre e facendomi male, come diceva Totò, “Tutti i Paesi Bassi”. Ora dovete comprendere che per scendere, era abbastanza facile, ma per salire: era un’impresa, quasi impossibile, da compiere da soli. Io e mia madre, infatti, per nostra fortuna, ogni qualvolta che passavamo di lì, trovavamo sempre qualcuno pronto a darci una mano. Quel qualcuno, sembrerà strano, ma chiunque fosse, era sempre uno straniero e mai un italiano. Tutti gl’altri ponti, però, sono, oltre modo, impraticabili con le carrozzelle. Mia madre, per fortuna, quando avevamo fatto il biglietto per San Marco dalla stazione di Fusina, si era dimenticata di “Butterarlo”. Il biglietto in questione, era, in buona sostanza, riutilizzabile all’infinito fin quanto, mia madre, non l’avesse butterato. Tutto ciò, però, noi l’abbiamo scoperto soltanto il giorno dopo aver acquistato il suddetto biglietto. Voi, però vi starete chiedendo: “Cos’hai fatto di bello a Venezia”? Beh, miei cari amici, io e mia madre, abbiamo visto il “Palazzo dei Dogi”; quest’ultimo, per fortuna, nella sua interezza poiché è completamente accessibile ai disabili. Beh, ragazzi miei, vi devo, ancora una volta confermare, che è stata una grandissima emozione “Toccare con Mano la Storia”. Vi devo, purtroppo, deludere, miei cari “Fan”, avrei voluto farvi vedere il video di tale visita, ma non mi è stato concesso di filmare nulla. Mia madre, però, prima che i sorveglianti la beccassero con la telecamera accesa, forse è riuscita a registrare qualcosa. Mo! Cerco di vedere se si può fare qualcosa Ok? Tutta colpa di una stupida legge su i musei. Sì, miei cari amici, stupida, perché basterebbe far firmare ai visitatori una “Bella Dichiarazione”, in cui il firmatario dichiara di non voler riprodurre, in alcun modo, il materiale in suo possesso, se non per uso esclusivamente personale e poi prendergli le “Impronte Digitali”. “E’ una Chiara Violazione della Privacy”, starete pensando; beh, se tutto è controllato dalla polizia, io sono tranquillo e poi io non ho nulla da nascondere e voi? Io e mia madre, in buona sostanza, abbiamo passato ben tre giorni a Venezia tra musei, traghetti e ristoranti. La sera prima di ripartire, però, questa volta per Trieste, abbiamo fatto un giro per “Venezia By-Night”. In quel preciso momento, miei cari amici, ho capito quale sia il vero segreto della bellezza di Venezia. Vedete, miei cari lettori, Venezia è un “Misterioso Luogo di Magici Intrighi”: eternamente uguale a se stesso. Io, infatti, quella sera, mi sono sentito ripiombare nel 18° secolo: ai tempi del “Famoso Casanova”. Io, comunque, vi prometto che se vedrete il video capirete! Ah, dimenticavo, sono andato anche al “Museo del Vetro di Murano”. Lì, però, non sono potuto entrare, perché il palazzo non era, almeno per quanto ne so, in accessibile ai disabili. Io direi, comunque, che sia incredibile il fatto che un posto, che si trova di diritto nella “Rosa dei Palazzi Monumentali Veneziani”, non sia stato reso ancora accessibile ai disabili. Io e mia madre, però, abbiamo avuto modo di vedere e filmare delle bellissime statue e sculture che si trovano nel parco del suddetto palazzo. Lì vicino, infine, mentre aspettavamo il traghetto per tornare indietro, abbiamo preso tre bellissimi ciondoli per le mie “Splendide Cugine”. L’indomani mattina, verso le undici, siamo partiti per Trieste. Lì abbiamo pernottato all’hotel “Vittoria”. Esso, infatti, è stato arredato secondo i dettami della Londra di metà ottocento. La struttura, però, pur mantenendo uno “Stile Classico-Britannico”, mi ha potuto dare, comunque, una “Camera per Disabili” con tutti i “Confort”. Essa, però, è stata costruita con una particolarità molto interessante: nella doccia del bagno, per sedersi, non c’era una “Sedia di Plastica”, come a Venezia o come ce l’ho a casa, ma una “Panca” direttamente attaccata al “Maniglione”che correva lungo tutto il “Vano Doccia”. Quella sera, poi, siamo andati a mangiare in una “Tavola Calda”, dove, mia madre, si è presa una specie di “Salti in Bocca” con ricotta, prosciutto, carciofi e altro. Io, invece, ho preso degli Scialatielli con una “Salsa Speciale” di lì, altrimenti chiamata “Salsa alla Crema di Carciofi”. Un piatto, a mio parere, prelibatissimo e molto delicato che mi ha fatto scoprire la “Cucina Triestina”. L’indomani mattina, io e mia madre,

ci siamo lavati, ci siamo vestiti e siamo andati a visitare il “Castello Mira-Mare”, “Residenza Estiva” degli Asburgo e poi, dopo il completamento dell’unità d’Italia, dei “Duchi D’Aosta”. L’edificio, in questione, è stato costruito su progetto di Massimiliano d’Asburgo, per abitarvi con sua moglie Carlotta del Belgio, si è successivamente suddiviso in due piani attualmente collegati da un ascensore in stile anni venti. Nel piano terra, ci sono ancora installati, gl’appartamenti di Massimiliano e Carlotta, mentre invece, al secondo, c’erano quelli dei duchi d’Aosta, strutturati anch’essi, in stile anni venti. Il giardino è tuttora curato magnificamente dal “WWF” è contiene migliaia e migliaia di specie differenti di “Fiori da Campo”. Nel cuore del parco, poi, c’è una “Rappresentazione Scultoria” del “Vessillo Asburgico”: un fanciullo che tira il collo a un’aquila. Due cose, che per fortuna, siamo riusciti a riprendere. Nella parte sud del parco, infine, c’è la residenza per i “Membri della Corte”. Io e mia madre, come ultima cosa, uscendo dal suddetto parco, siamo andati a vedere una mostra d’arte di un “Pittore Metafisico Minore”. Vi posso garantire, infatti, che non era certo un granché. Io, arrivato a un certo punto della giornata, dovevo andare in bagno. Io e mia madre, già prima d’andare alla mostra, avevamo provato a trovare dei servizi igienici adatti. Quelli del castello mira-mare, con precisione, ma non è stato possibile. Essi, infatti, non erano abbastanza puliti. Io e mia madre, allora, poiché mi era anche passata la voglia, decidiamo d’andare alla suddetta mostra. Lì, però, a un certo punto, il bisogno mi era ritornato. Io e mia madre, allora, siamo andati nei bagni della mostra. Lì, però, la “Situazione Igienica” era peggiore degl’altri posti considerati. Mia madre, infatti, mi ha dovuto mettere in “Posizione Arcata” rispetto alla tazza, per me scomodissima. Io, infatti, non sono riuscito a farla. Questo significa, miei cari amici, che i bagni, in special modo quelli per i disabili, vanno sempre puliti. Questa “Buona Regola”, purtroppo, non è quasi mai rispettata. Mia madre, infatti, quando abbiamo preso l’autostrada per Napoli, si è dovuta fermare a un “Auto-Grill” per permettermi di fare i “Miei Bisogni”. Io e mia madre, dopo quella breve sosta, siamo ripartiti verso Napoli. Nel tardo pomeriggio, però, quasi all’imbrunire, mia madre, vinta dalla stanchezza, si è voluta fermare nella città di Arezzo. Lì, per fortuna, abbiamo trovato una camera nell’“Hotel Minerva”. La stanza in questione, però, non aveva la doccia per disabili, ma una vasca stretta e lunga e con “Due Grossi Maniglioni” all’interno e posti ai lati. La camera, in buona sostanza, era adatta per un “Para-Plegico”, non per una persona malata di una “Tetraparesi Spastica Grave”, come me. Mia madre, infatti, si era messa d’accordo con un cameriere del suddetto hotel, perché c’aiutasse a farmi il bagno l’indomani mattina. Io e mia madre, quella sera, dopo aver scaricato, per l’ennesima volta, i bagagli siamo andati a mangiare in un ristorante lì vicino. Io ho ordinato delle ottime “Penne-Madama Doré”: fatte in padella con panna, salmone e marsala e per secondo delle scaloppine fatte con vino e con il contorno di funghi e foglie d’alloro. Mia madre, invece, ha preso delle bruschette cucinate con un’“Incredibile Varietà di Gusti”. Io, infatti, sono rimasto sbigottito nel vedere in quanti modi si potesse cucinare una “Semplice Bruschetta”. Vi posso, comunque, garantire che era tutto ottimo. Io, comunque, miei carissimi amici, vi devo, necessariamente confessare, che quella sera non riuscivo a nascondere il “Mio Nervosismo” e la “Mia Preoccupazione” per ciò che sarebbe, effettivamente accaduto, l’indomani mattina. Mia madre, infatti, per tutta la serata, anche quando siamo andati al bar in piazzetta a prendere un dolce, ha cercato di sapere, con incalzanti domande, cosa avessi io per la testa. Io ho cercato di essere evasivo, di non farla preoccupare, che erano problemi miei! La “Sua Grande Insistenza”, però, a un certo punto, mi ha esasperato e le ho lanciato un’occhiataccia seguita da un “Sorriso Smagliante” e lei si è innervosita. Mia madre, infatti, ha iniziato a dire che tutto ciò che fa, lo fa per me, che io non apprezzo mai niente, che lei non ha mai capito nulla della vita e che lei, la vita, l’aveva buttata nella “Merda” per me! Voi, però, vi starete chiedendo: “Tu non Dicevi Nulla”? Beh, miei cari amici, dovete sapere che quando mia madre, “Parte in Quarta”, è molto meglio non disturbarla, altrimenti è capacissima di “Sotterrarti Vivo”. La domanda più importante di tutte, arrivati a questo punto, (voi lo sapete bene), è un’altra: “A Che Cosa Stavi Pensando quella Dannata Sera”? La Tetraparesi Spastica, dovete sapere è un tipo di patologia causata dalla morte di alcune “Cellule Celebrali” che regolano la forza dei movimenti dei nostri muscoli. Tale patologia, in altre parole, è completamente invalidante. Essa, infatti, colpisce l’intero corpo dalla punta dei piedi fino ad’arrivare ai “Muscoli Facciali” passando per quelli delle gambe e delle braccia e infine, ciliegina sulla torta, sono compromesse anche le “Fasce Muscolari della Vescica”. La “Mia Vescica”, infatti, miei cari amici, è come, la cosa potrà far sorridere ma è vera, un “Idrante” perennemente guasto. Essa, infatti, alcune volte mi s’infiamma espellendo molta più urina di quanta ne espellerebbe una “Persona Normale” facendomi andare continuamente in bagno. Altre volte, invece, si blocca completamente anche per giornate intere causandomi un “Fastidio Incredibile” e “Atroci Spasmi”. Miei cari lettori, in altre parole, quella dannata sera, ero nervoso, perché, in qualche maniera, sapevo che l’indomani mattina mi sarei “Bloccato sul Bagno” e non volevo dire nulla a mia madre per non farla preoccupare e innervosire inutilmente. La tua, voi direte, era un’“Inutile Paranoia”? L’indomani mattina, voi non ci crederete, ma si è trasformato in realtà, proprio, il “Mio Incubo Peggiore”. Io, infatti, quella mattina sono stato per quasi due ore sul bagno nel tentativo di urinare. Tale tentativo, però, è andato a vuoto. Mia madre, infatti, “Incavolata Nera”, si è messa a bestemmiare tutti i santi. Mia madre, infine, sempre bestemmiando, mi ha alzato e tra le proteste, si è andata a fare la doccia. Io, invece, aspettando che lei si preparasse, mi sono messo a guardare la TV. La mia vescica, però, all’improvviso, è impazzita! Mia madre, infatti, mi ha sentito agitarmi come un “Ossesso”. Ella, infatti, dalla doccia, come se sapesse già la risposta, mi ha chiesto che cosa avessi e io, spaventatissimo della sua reazione, ho risposto che dovevo andare in bagno ancora una volta. Lei, per fortuna, bestemmiando sempre come una turca, dopo due minuti mi ha riportato in bagno. La seconda volta, però, in meno di cinque minuti, sono riuscito a farla. Io e mia madre, comunque, dopo aver risolto il suddetto “Piccolo Problema”, abbiamo lasciato Arezzo e ci siamo diretti verso Cortona. Cortona è un “Piccolo Borgo Medioevale” della Toscana ancora rimasto intatto. Voi, però, potrete verificare tutto ciò, semplicemente visionando il video che allegherò all’articolo. Io, per adesso, vi posso soltanto dire, ancora una volta, che è stato emozionante toccare con mano la Storia. Io e mia madre, però, prima d’andarcene siamo andati a visitare il “Museo Cittadino”. La struttura, in esame, è stata divisa in differenti livelli. In ogni livello è rappresentata un’“Epoca Differente”: ai piani più alti c’erano, almeno così era l’estate scorsa, le epoche più moderne, mentre quelle più antiche, erano collocate ai piani più bassi. L’intero palazzo, comunque, è stato munito di “Larghe Ascensori” e di una “Pedana Elevatrice per i Disabili"che portava al piano più basso. Nel suddetto livello, infine, c’è, tra le altre cose, anche un “Mini Computer” che può far vedere tutti gli “Scavi Archeologici della Zona” tra cui ricordiamo la “Tomba Etrusca di

Archimede Pitagorico”. Tutto ciò, però, non è stato possibile filmarlo o fotografarlo per quella “Assurda Legge” sui musei che vi dicevo. Io e mia madre, infine, siamo ripartiti verso Napoli. Nell’ultimo tratto del viaggio, miei cari amici, faceva un “Caldo Boia”. Io e mia madre, infatti, non riuscivamo proprio a respirare. Mia madre, poi, non avendo preso l’auto con l’“Aria Condizionata”, doveva tenere i finestrini aperti. In quel dannato venti agosto, però, anche il “Vento” era da considerarsi “Africano”. Mia madre, infatti, ha dovuto fermarsi in vari auto-grill per potersi rinfrescare, perché quel “Dannato Vento Caldo”, le impediva di concentrarsi sulla guida e la faceva addormentare. Io, purtroppo, ho dovuto approfittare di una di queste soste per andare, ancora una volta, in bagno. In tale occasione, mia madre, si era talmente incavolata da farmi rinnovare la “Mia Solenne Promessa”, secondo cui, io mi ucciderò, se entro un anno, non riesco a trovare un “Lavoro Stabile” e a organizzarmi una vacanza da solo. Io e mia madre, comunque, dopo l’ennesima litigata per la suddetta sosta, abbiamo fatto un lungo tratto di strada fino a Fiuggi. Lì, infatti, proprio all’uscita dell’autostrada, abbiamo trovato un supermercato. Vi chiederete il perché di quella “Strana Fermata”? Beh, miei cari amici, dovete capire che mia madre era proprio distrutta da quell’“Assurdo Caldo”! Lei, in poche parole, ha voluto entrare in quel supermercato, difficile a credersi, per avere un po’ di refrigerio, proprio, dall’aria condizionata del suddetto supermercato. Io e mia madre, infatti, siamo stati lì dentro per quasi un’ora girando come idioti senza prendere nulla! Mia madre, in realtà, aveva preso qualcosa da comprare: una “Pirofila da Cucina”. Mia madre, però, ha preferito restituirla subito, perché si era accorta che costava troppo! Ragazzi miei, mi dovete credere, quando ha restituito quella pirofila, io mi sono sentito quasi male! Si avete capito bene, male! “Ma Perché”, direte voi!? Vedete, miei cari amici, mia madre aveva organizzato quel tipo di vacanza, soltanto per me! Io, quindi, sono l’unico responsabile di tutto ciò che è accaduto. Io vi giuro, infatti, che ripagherò, mia madre, di tutti i soldi e degli sforzi fatti, per questa estate e per tutti gl’anni in cui mi è stata vicino. Vi, prometto, inoltre, che se non dovessi riuscire a compiere tutto ciò, decreterò la “Mia Morte Virtuale”, se non quella fisica. Il resto del viaggio, comunque, è stato piacevole. Io e mia madre, infatti, abbiamo conversato, amabilmente, fino all’arrivo a casa a Napoli. Antonio Aroldo

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