lunedì 7 dicembre 2020

“Prime Conquiste Civili”. La protesta di Martin Luther King, però, non si fermò là. Il nostro protagonista, infatti, aveva organizzato una cosa così particolare, così clamorosa d’avere anche un altro importante effetto politico. La Corte Suprema Statunitense, difatti, dichiarò Incostituzionale la Segregazione. Una Sentenza, questa, molto importante che si ebbe soltanto nel novembre 1956. Il Lavoro del famoso Predicatore della Città di Atlanta, per fortuna, non si bloccò lì. Egli, cioè, pianificò picchettaggi e Sit-In nei ristoranti e nei Bar riservati ai bianchi. Lui ed i suoi uomini, in poche parole, iniziarono a sedersi nei posti assegnati all’uomo bianco. Le proteste non-violente, però, non si fermarono, certamente, alla suddetta forma ossia nacquero i “Freedom Riders”: gruppi d’attivisti bianchi e neri che salivano sui pullman interstatali per fare Scalpore, per far Rumore. La Reazione dei Razzisti Bianchi, in tali casi, fu Violenta e Sanguinaria anche con l’aiuto della Polizia che arrestò i Manifestanti. I Governatori dell’Arkansas e dell’Alabama, infine, vollero far intervenire l’Esercito per impedire agli Afro-Americani d’entrare all’Università. La Pioggia delle Rivendicazioni, in conseguenza di tutto ciò, si fece fortissima. Il Movimento dei Diritti Civili, in breve, preparò molte Marce di Lagnanza, di Dissenso. Una di queste, la più famosa, fu quella che si tenne a Washington il 28 agosto 1963 e che portò nella Capitale 250.000 individui. Una giornata, quella, che vide e sentì il Discorso più celebre del nostro Primo Attore nato ad Atlanta il 15 gennaio 1929. Sto parlando, quindi, del Famoso “I’ve Dream”, “Io ho un Sogno” nel quale si prospetta una Parità reale ed effettiva fra tutti gli uomini sul Piano, Politico, Sociale ed Economico. La forza d’urto fu così forte che, John Fitzgerald Kennedy (Brooklyn, 29 maggio 1917 – Dallas, 22 novembre 1963) in un suo discorso dell’11 giugno 1963, disse queste esatte parole: “Non è Giusto che si ha la Pelle Scura si ha il Doppio delle Possibilità di Essere Disoccupato; questa è una Nazione dove il Successo e il Fallimento di ognuno, devono dipendere da ciò che ha dentro e non dal Suo Aspetto Esteriore”. Antonio Aroldo

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