sabato 2 gennaio 2010

Libertà sul Web

“Proposta di Legge Carlucci: Nuovo Attacco alle Nostre Libertà Costituzionali Mascherato da Buonismo Protezionista”


Libertà: “Facoltà dell’uomo ad Agire in Piena Autonomia”. Questa determinata capacità, in quasi tre secoli di Storia italiana, si è concretizzata in molti modi. Il popolo italiano, infatti, ha dovuto combattere attraverso modalità di azione. Le “Insurrezioni”, le “Guerre”, gli “Scontri di Piazza”, le marce, i picchetti popolari, sono sempre stati gli unici sistemi per reagire a qualsiasi sopraffazione dei cosiddetti “Potenti”. L’evoluzione della società civile, grazie alle “Innovazioni Tecnico-Scientifiche” degli ultimi anni, ha imposto modalità d’attuazione sempre più all’avanguardia. Il più avanzato sistema, per dare forma a questo naturale diritto dell’uomo, è, al giorno d’oggi, la cosiddetta “Rete Internet”. Il “Network informatico internazionale”, infatti, permette una circolazione delle idee pressoché universale grazie all’enorme estensione world wide web e della sua incontrastabile autorità naturale di libera associazione delle idee dell’intera “Società Globale”. Molti paesi, infatti, “Autorevoli Membri” della “Comunità Internazionale” e non, stanno adottando modelli di controllo per il web che, di fatto, limitano la “Libertà d’Espressione” sulla rete. Questo particolare fenomeno, purtroppo, in maniera molto silenziosa sta dilagando anche in Occidente. L’Australia, per esempio, ha approvato, da pochissimo tempo, un “Provvedimento Legislativo” teso ad avere un “Fortissimo Controllo” sul “Mondo dei Cyber-Nauti” perché, com’è stato posto in luce dall’associazione “Reporter Senza Frontiere”, essa prescrive che ogni “Provider della Rete” debba, in maniera obbligatoria, creare due differenti tipologie di “Collegamento Informatico”: uno per i genitori e l’altro per i minori; entrambe le connessioni, poi, sempre secondo tale legge, devono sottostare a strettissimi controlli governativi. La suddetta “Associazione Internazionale”, in buona sostanza, crede, a mio parere a ragion veduta, che tutto ciò costituisca una chiarissima violazione della riservatezza personale. Il “Sistema Legislativo Australiano”, però, non è del tutto nuovo a questo tipo di “Norme Autoritarie”. Esso, infatti, ha in se, già da tempo, una serie di disposizioni, tese a contrastare il terrorismo, che permettono a una determinata “Agenzia Statale” di rintracciare “E-Mail Sospette” e “Strani Siti Web” che non risultano confacenti a certi canoni stabiliti dall’autorità. Un altro paese, politicamente legato all’occidente, il quale si fregia del titolo di “Nazione Moderna”, ma che invece, si sta dimostrando una delle più “Feroci dittature”, è la “Corea del Sud”. Il sette gennaio 2009, infatti, un “Blogger” è stato arrestato ed è tuttora detenuto solo per aver “Postato” un commento su un “Forum”, commento con il quale, secondo le autorità, avrebbe “Turbato gli Scambi nei Mercati” e “Attentato alla Credibilità della Nazione”. L’“Orientamento Politico Italiano”, in merito alla rilevante questione della “Libertà” e della “Privacy” sul web, purtroppo, tende a voler adottare “Provvedimenti Legislativi Restrittivi” che limitano, secondo il mio modesto parere, in modo pesante le “Libertà Individuali” di tutti noi. La cosiddetta “Proposta di Legge per Internet: Territorio della Libertà, dei Diritti e dei Doveri”, presentata in parlamento dall’“On. Gabriella Carlucci (PDL)”, infatti, viola, in maniera molto chiara il “Nostro Fondamentale Diritto alla Privacy”. Il “Disegno di Legge Carlucci”, infatti, al “Primo Comma” dell’“Articolo 2”, prescrive: “E’ Fatto Divieto di Effettuare o Agevolare l’Immissione nella Rete di contenuti in qualsiasi forma (testuale, sonora, audiovisiva e informatica, ivi comprese le banche dati) in maniera Anonima”. Le modalità d’applicazione di questa particolare norma sono specificate, in modo ulteriore, dal “Secondo Comma” dello stesso articolo che dice: “I Soggetti che, anche in concorso con altri operatori non presenti sul territorio italiano, ovvero non Identificati o identificabili, rendano possibili i comportamenti di cui al comma 1 sono da ritenersi responsabili - in solido con coloro che hanno effettuato le pubblicazioni anonime - di ogni e qualsiasi Reato, Danno o Violazione Amministrativa Cagionati ai Danni di Terzi o dello Stato”. La “Proposta Carlucci”, inoltre, sembra recepire, in pieno, il “Comma Uno” dell’“Articolo 7” del “Disegno disegno di Legge”, del “Passato Governo di Centro-Sinistra”, in merito allo stesso argomento. Il cosiddetto “DDL-Levi-Prodi”, infatti, in quella specifica sezione, (come ho già posto in luce in un mio precedente articolo pubblicato on-line), prescriveva: l’istituzione del cosiddetto “Registro degli Operatori di Comunicazione dei Soggetti che

svolgono Attività editoriale su Internet rileva anche ai fini dell’applicazione

delle norme sulla Responsabilità connessa ai Reati A Mezzo Stampa”. Questo determinato comma, quindi, istituiva per legge, in poche parole, una sorta di equiparazione tra la “Stampa Cartacea” e tutto ciò che è pubblicato on-line in nome della “Libera Informazione” garantita dall’“Articolo 21” della “Nostra Costituzione”. Le modalità d’applicazione, di tali norme, erano specificate più avanti dal medesimo DDL. Il “Comma 2” dell’“Articolo 6”, infatti, prescriveva: “L’Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione è condizione per

l’inizio delle Pubblicazioni dei Quotidiani e dei Periodici, e Sostituisce a

tutti gli effetti la Registrazione presso il Tribunale, di cui all’Articolo 5 della

legge 8 febbraio 1948, n. 47. Sono fatti salvi i diritti già acquisiti da parte dei Soggetti tenuti a tale Registrazione in base alla predetta normativa”. Il “Disegno di Legge Carlucci”, in buona sostanza, cattura l’“Essenza Primaria” della “Levi-Prodi”, copiandone i “Punti Principali”, appena posti in luce e portando, alle estreme conseguenze, il “Loro Stesso Spirito”. Il “Comma 3” dell’“Articolo 2” della proposta Carlucci, infatti, prescrive che: “Per quanto riguarda i Reati di Diffamazione si applicano, senza alcuna eccezione, tutte le norme relative alla Stampa. Qualora Insormontabili Problemi Tecnici rendano Impossibile l’Applicazione di Determinate Misure, in particolare relativamente al Diritto di Replica, il Comitato per la Tutela della Legalità nella Rete Internet (di cui al successivo articolo 3 della presente legge) potrà essere Incaricato dalla Magistratura Competente di valutare caso per caso quali misure possano essere attuate per dare comunque attuazione a quanto previsto dalle norme vigenti”. Questo particolare provvedimento legislativo, quindi, se fosse approvato, costituirebbe innanzitutto una forte, nonché sostanziale, violazione dello “Spirito di Libertà” che anima da sempre il “Cyber Spazio”. La “Libera Circolazione delle Idee” esistente sul web, infatti, inevitabilmente, conduce alla “Libera Diffusione del Sapere” in “Campo Internazionale” e al “Libero Confronto” tra le varie culture del “Villaggio Globale”. La rete, in altre parole, è uno “Stupendo Velivolo” per il “Dialogo” e l’“Informazione” che sono, rispettivamente, il “Sale” e l’“Olio” della “Democrazia”; perché, secondo il modesto parere, la “Libertà”, come dice una “Vecchia Canzone” di Giorgio Gaber, “Non è star sopra un Albero,

non è neanche il volo di un Moscone,

la Libertà non è uno Spazio Libero,

Libertà è Partecipazione”. La rete, se usata correttamente, può essere la massima concretizzazione di questo bellissimo concetto espresso dal “Grande Gaber”. I vani e sciocchi tentativi dell’“Intero Sistema Politico Italiano”, per controllare il web, invece, non rischierebbero altro che far sprofondare, (oggi come nel 2007), la “Piccola Porzione” della “Grande Ragnatela Informatica Mondiale”, controllata dai “Provider Italiani” in un “Buio Cinese dell’Informazione” proprio come sta accadendo in Australia. Gli operatori e i vari utenti, di questo particolarissimo settore, infatti, sanno benissimo che, se passasse questa legge, basterebbe usare i provider di una qualsiasi altra nazione per riuscire a scrivere tutto ciò che si vuole su ogni cosa senza dover sottostare, in modo obbligatorio, a “Ridicoli Comitati Governativi” composti, (come prescrivono, in successione l’“Articolo 3” e l’“Articolo 4” della suddetta legge), da persone che, con ogni probabilità, non sanno nulla o pochissimo sul mondo del web e sulle sue potenzialità. Un esame approfondito del disegno di legge, presentato dall’“Ex Show-Girl”, fa venire a galla alcuni passi che io definirei delle vere proprie “Norme-Trappola”. Il comma 3 dell’articolo 2, (che abbiamo già posto in luce), infatti, imponendo per legge il cosiddetto “Diritto di Replica”, costringerebbe, in buona sostanza, tutti i “Siti-Web” e tutti i “Blog”, che vogliono fare una “Libera Informazione”, a dotarsi, in maniera obbligatoria, sia di un “Direttore Responsabile”, regolarmente iscritto all’“Ordine dei Giornalisti”, sia di una vera e propria “Redazione Giornalistica”. Questa particolare “Conditio Sine Qua Non” è, guarda caso, del tutto simile alla “Regola Giuridica” presente nella “Fascia B” della Levi-Prodi. La proposta Carlucci, in conclusione, se fosse approvata con questi determinati parametri, sferrerebbe, ancora una volta, un tremendo colpo alle “Nostre Libertà Costituzionali” e in particolar modo a quella della “Libertà di Stampa”, sancita dal “Nostro Articolo 21” che dice: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”, e all’“Inalienabile Diritto della Privacy”. Io capisco benissimo quale potrebbe essere il “Nobilissimo Intento” della “Bella Relatrice” di questo “Strano Provvedimento Legislativo”: liberare la rete da tutte le “Immondizie Pedo-Pornografiche” o che incitano all’“Odio” e alla “Violenza”. Tutto ciò, però, non si ottiene con il “Semplice Varo” di un’“Unica Legge” da parte di un “Singolo Paese”, che rischia solamente, di far pagare a tutti gli errori di pochi. L’unica cosa intelligente da fare in questo caso, infatti, è, secondo il mio modesto parere, convocare un’“Assemblea Costituente Internazionale” per poter dare, al mondo del cyber spazio, “Leggi Precise” basate su valori condivisi da tutti che incoraggino, la “Piazza Virtuale”, ad’ampliarsi sempre di più, consapevole del fatto, di essere rimasta, l’unico luogo al mondo, in cui l’uomo può ancora esprimere liberamente la “Sua Opinione”. Questa particolare legge, infine, sempre se fosse approvata cosi com’è stata presentata, danneggerebbe, in particolar modo, la “Categoria delle Persone Disabili”. Il web, infatti, cosi com’è strutturato ora, dà a molti di noi, la possibilità di esprimersi liberamente.



Antonio Aroldo

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