[2]Il
monaco Saitò Musashibò Benkei, quando era un bambino, non riusciva ad avere un
rapporto normale con gli altri ragazzini e con le altre persone, perché non sapeva
come fare a superare il Dolore per la mancata protezione e il mancato Amore
Famigliare. Una profonda ferita, questa, che gli aveva indurito il Cuore fino a
fargli credere che lui non avesse bisogno proprio di nessuno. Un giorno, però,
dopo un tremendo litigio con i suoi insegnanti intermedi, il nostro
protagonista scappò dall’orfanotrofio in cui era stato rinchiuso. Questa sua
fuga, però, durò davvero pochissimo, perché proprio quella mattina, l’eroe
della nostra Storia, vide, mentre era sul Ciglio della Strada, una dolcissima
Scena, che in un solo attimo, gli sciolse in un pianto liberatorio, quella
pesante “Armatura” che si era costruito per non soffrire. Egli, infatti, vide
una madre che coccolava il figlio accompagnandolo a Scuola. E, così ridotto in
lacrime, Benkei corse dal suo gran maestro, e direttore del suo istituto per
chiedergli spiegazioni sulla propria vita. L’anziano allora, gli raccontò
tutto, lo prese sotto la sua ala protettrice e lo fece diventare uno studente
modello e poi l’impavido paladino che, noi tutti, abbiamo imparato a conoscere
e ad amare.
Antonio Aroldo
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