[2]Caio
Giulio Cesare (nato verso il 102 a.C.) era un Democratico e, come suo zio
Mario, ancora giovanissimo aveva già
dato dimostrazione delle sue grandi doti militari. Il Senato Romano, difatti,
gli conferì, a soli vent’anni, la più alta onorificenza cittadina, ossia la “Corona
Civica” per la sua strabiliante vittoria contro i pirati del Mare Egeo e per il
suo ruolo nel trionfo su Mitridate. Egli, inoltre, dal 68 al 61 portò a termine
la conquista Romana della Spagna già iniziata da altri. I suoi soldati, in seguito
a tutto ciò e alle molte dimostrazioni di Coraggio di cui fu un meraviglioso
protagonista[3],
incominciarono “Imperator”. Egli, in breve, aveva compreso e costatato che con
l’autorità e con il carisma chiunque può condurre i propri uomini in mille
battaglie, e quando si tratta di portare le pecore al macello, un abile
demagogo ha sempre una marcia in più rispetto agli altri. La differenza tra Cesare
e suoi nemici stava nel fatto che Cesare non scendeva in campo se non era certo
di avere un grosso vantaggio sugli avversari e talvolta nemmeno in quel caso. Egli,
per così dire, era l’incarnazione della quinta essenza della guerra condotta
con raziocinio, il vero possessore Romano del Sacro [4]Fuoco
della Vittoria.
Antonio Aroldo
[1] Tutti i
Diritti sono Riservati al Firmatario del Presente Articolo
[2] “Eroi
per Forza” di Erik Durschmied- “La Collera di Cesare- Capitolo 10°” = pagina 286
[3] https://www.youtube.com/watch?v=M_iLu9G_1NY
[4] http://mitologia.dossier.net/ninfe.html
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