[2]Molti
paesi, negli anni immediatamente precedenti alla seconda guerra mondiale,
approntarono una politica demografica in maniera scientifica. Essi, in altre
parole, fecero una distinzione tra ciò che si desiderava favorire e ciò che si
voleva impedire. Il progetto Lebensborn, cioè, era soltanto quello con la
connotazione razziale più marcata degli altri.
I campi di concentramento e le “Case di Maternità”, per chiarirci, erano
due differenti elementi di un medesimo programma. Tutte le donne dell’impero
nazista, in altri termini, dovevano sottostare, in un modo o in un altro, alla
politica razziale imposta da Hitler. Le intenzioni
degli alti gerarchi nazisti, indefinitiva, erano quelle di plasmare una nuova
generazione, per così dire “Internazionale” di tedeschi che sarebbero dovuti
diventare la nuova Classe dominante di tutto il mondo.
Antonio Aroldo
[1] Tutti i
Diritti sono Riservati al Firmatario del Presente Articolo
[2] “I Figli
di Hitler”: a cura di K. Ericsson e di E. Simonsen
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