[2]Jeane
Valois, all’interno della sua spinosa vicenda, aveva un ingombrante inconveniente.
Sto parlando, cioè, del Conte André Dela-Motte. Il nostro nuovo protagonista, è
bene porlo in luce, era il cugino acquisito e poi marito della prima donna di
questo intrigatissimo giallo. Egli, in altre parole, approfittò della Grande
Intelligenza e della Voglia di Vendetta della moglie per far sempre più soldi
anche attraverso le Memorie scritte dalla consorte. Lui, tanto per farla più
breve possibile, fu come un parassita che succhia la Linfa Vitale dal corpo di
chi l’ospita. La Valois, una volta uscita dal carcere, andò, come vi ho già
detto, a vivere a Londra. Qui fu raggiunta dal coniuge che la spingeva a
scrivere sempre di più. Una richiesta asfissiante che non lasciava scampo. Il suddetto
sposo, infatti, è stato, secondo alcune fonti, uno dei possibili responsabili
della morte della suddetta nobile francese. Ella, in poche parole, a un certo
punto s’era ribellata alle richieste del compagno e lui, per tutta risposta, l’aveva
uccisa gettandola dalla finestra.
Antonio Aroldo
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