[2]Artemisia
Gentileschi era una Giovane romana del 1600 innamorata dell’Arte che voleva
fare la Pittrice. Il Padre Orazio, visto che aveva Talento, la mise a Bottega
da un artista molto quotato della Città Eterna chiamato Agostino Tassi. Costui,
però, invece d’Insegnarle qualcosa, se la portò a letto e la stuprò. Una
pratica, questa, che durò molto tempo, perché lui le infarciva la mente con
False Promesse di Matrimonio. La Famiglia, appena lo scoprì, denunciò ogni
cosa. Le Autorità, però, non credevano alla Sua Storia. La Nostra Protagonista,
infatti, fu sottoposta alla Prova dello Schiacciamento dei Pollici delle Mani.
Il Processo, comunque sia, finì con un Verdetto di Colpevolezza. Il Pittore, difatti,
fu condannato a 5 anni d’Esilio. Una pena, questa, che non fu scontata, perché
lui godeva di molte protezioni. La Ragazza, però, si prese la propria Rivincita
sulla Vita diventando famosa per la Sua Pittura che si rifaceva al Caravaggio.
I Temi che affrontava, infine, erano tutti a Sfondo Biblico-Religioso e che
ricordano la Sua Vicenda Umana. Molto famoso, per esempio, è il suo quadro su
Giuditta e Oloferne. Lei, in poche parole, lavorò molto a Firenze alla Corte di
Cosimo II, a Venezia, a Roma e a Napoli, dove morì nel 1653.
Antonio Aroldo
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