“In Bilico fra la Vita e la Morte”
Un
Folto gruppo dei Parenti dei Congiurati dell’Operazione Valchiria, furono
mandati al Confine con il Brennero con un Autobus e, rischiarono di essere
Uccisi da Uomini delle SS Naziste, quando mancavano pochissimi Giorni alla Fine
della Guerra. Fra di loro c’erano Donne e Bambini, ma anche un Tenente-Colonnello
di Nome Von Bonin che non era altro che
il Cugino di Claus Von Stauffenberg. Una Persona tanto Coraggiosa e
Intelligente da convincere i Nazisti a non Uccidere Nessuno e ad aspettare gli
Ordini dell’Alto Comando Militare Tedesco, visto che la Guerra era ormai Persa
e a Consegnarli, infine, alle Forze Alleate che, in attesa di una loro Corretta
Identificazione, li trasferirono a Capri a trascorrere qualche giorno di
Vacanza.
Antonio Aroldo
“Un Segno per Vincere”
Il
28 Ottobre 312 (a.C.), alle Porte della Città di Roma, ci fu la Battaglia di
Ponte Milvio tra il Tetrarca Romano Massenzio e il Suo Collega Costantino per
la Conquista dell’Impero. Lo Scontro, penso che lo sappiate tutti, venne vinto
da quest’ultimo grazie al Sogno Profetico che ebbe la Notte Prima e che lo Convinse,
poi, a Proclamare il “Cristianesimo” Religione di Stato, procedendo per Gradi e
a far fare il “Concilio di Nicea” per mettere d’accordo tutte le Varie
Correnti. Sto parlando, cioè della Famosa Scritta: “In Hoc Signo Vincis”. Il Nostro
Protagonista, però, si Convertì soltanto in Punto di Morte.
Antonio Aroldo
“Un Paradiso Matrimoniale Disfatto
per i Ritornati dalla Distesa Infernale Russa”
L’Italia
Fascista, il 10 giugno 1940, entrò in Guerra affianco dell’Alleato Germanico. Questo
significò, fra le altre cose, partecipare anche alla cosiddetta “Operazione
Barbarossa”, ossia all’Invasione della Russia Comunista di Iosif Stalin e
affrontare l’Inverno Russo. Una cosa Terribile, questa, che aveva portato alla
Disfatta dell’Esercito Napoleonico. Molti Italiani, come forse vi ho già detto
una volta, morirono in quella Immensa Distesa di Neve e Fango, per lo più
Assiderati. Parecchi, invece, si persero e non tornarono più a Casa almeno da
Vivi. Altri, viceversa, fecero ritorno alle Proprie Abitazioni Italiane, soltanto
dopo tanti anni. Una Circostanza, questa, che fu raccontata davvero molto bene
nel Grottesco Film di Totò: “Letto a Tre Piazze”.
Antonio Aroldo
“Il Feudatario con la Svastica”
Adolf
Hitler, non appena ebbe la Polonia Occidentale nel 1939, la diede in Gestione a
un certo Hans Frank. Costui gestì, quel determinato Territorio, proprio come se
fosse stato un Suo Feudo Personale. Egli, infatti, era chiamato il “Macellaio
di Cracovia”. Il Nostro Protagonista, difatti, Brutalizzò e Uccise molti
Polacchi e Parecchi Ebrei. La Sua Grande Passione, però, erano i Tesori e le
Opere D’Arte. I Suoi Uomini, in altre parole, si presero tantissimi Oggetti
Preziosi e alcuni Quadri. Fra i quali ricordiamo: “Ritratto di Giovane Uomo”
del Pittore Italiano Raffaello. Una Bellissima Opera, quella, che, secondo
alcuni esperti, fu scambiata dalla Moglie di Frank alla Fine della Guerra per
un po’ di Burro e del Latte. Ella, cioè, da che era diventata la “Regina di
Ferro” di una Terra Vastissima, tornò a Essere “Nessuno”!
Antonio Aroldo
“La Follia Protetta”
La
Pazzia
di Adolf Hitler fra i Gerarchi Nazisti, era una cosa risaputa fin dalla fine
degli Anni 30 e gl’inizi dei 40. Molti Esperti di Storiografia, infatti, hanno
rintracciato parecchie Testimonianze Scritte e ben Circostanziate che, per
dirla in altre parole, dimostrano che, il Nostro Protagonista, soffrisse
quantomeno di “Manie di Persecuzione”. Esse, infatti, riferiscono di Giorni in
cui il Fuhrer, improvvisamente, si metteva a Confabulare da Solo, o che all’improvviso
saltava e poi tutto tremante di Paura diceva: “E’ là, non lo Vedete è là!!!!”,
indicando un Vuoto, ma Preciso Angolo della Stanza. Allora, perché, non Farlo
Fuori? Alcuni Membri del Suo entourage avrebbe risposto che era “Toccato da
Esseri Divini”. Io, invece, dico che c’erano Troppi Interessi in Gioco.
Antonio Aroldo
“Caritatevoli anche con il Diavolo”
Le
“Aquile Randagie”, se ancora non l’avete capito, era un Gruppo di Persone in
Gran parte formato e Guidato da Religiosi appartenenti alla Dottrina Cattolica
e credevano profondamente in ciò che facevano. Essi, cioè, erano Pervasi da una
Forte Carità Cristiana quasi “Francescana” che trascendeva dalle Singole Convinzioni
Politiche. Lo stesso Giovanni Barbareschi, infatti, alla Fine della Seconda Guerra
Mondiale, aiutò a Fuggire, in Territorio Elvetico, un Colonnello Tedesco delle “SS
Naziste” che si Chiamava Dolman e che era ricercato dalle Forze Partigiane
Italiane.
Antonio Aroldo
“Caronti Coraggiosi”
Giovanni
Barbareschi, durante tutto il Ventennio Fascista,
faceva parte di un’Associazione di Scout Anti-Regime che si Chiamava “Aquile
Randagie” e che aveva un Ruolo molto Particolare nella Resistenza. Essa, infatti,
faceva Scappare i Perseguitati Politici Italiani, sfruttando le loro
Particolari Competenze, in Svizzera. Il loro Membro più Famoso fu, per
l’appunto, Barbareschi con il Nome da Battaglia di “Don Stefano” e che aiutò,
tra le altre Persone anche il Giornalista Indro Montanelli quando rinnegò il
Partito Fascista e dovette Espatriare. Il Suddetto Maestro della Carta Stampata
infine, dopo molti anni, rincontrò il Suo Salvatore e gli regalò uno dei Suoi
Libri con Sopra una “Dedica” che diceva: “Al Mio Caronte”.
Antonio Aroldo
[1]
“Uomini Pavidi e Persone Coraggiose”
I
Partigiani Milanesi, il
29 aprile 1945, appesero i Cadaveri di Benito Mussolini, di Claretta/ Clara
Petacci e degli altri Gerarchi Fascisti,
nella Stazione di Servizio di Piazzale Loreto, per una Ragione ben Precisa. I
Nazifascisti, proprio lì infatti (il 10 agosto 1944), esposero come “Monito” i
Corpi di alcuni Membri della Resistenza colpevoli di aver Attentato a un Camion
delle “SS Italiane”. Una Terribile e Macabra Esposizione che durò molti giorni,
perché nessuno osava avvicinarsi neanche un Prete per Benedirli. Il Vescovo di
Milano, alla fine, mandò un Semplice Seminarista di nome Giovanni Barbareschi
per la Benedizione; neanche lui, difatti, aveva il Coraggio d’avvicinarsi.
Antonio Aroldo
[1] “Fratelli Polacchi d’Italia”
Gli
Alleati, quando attaccarono l’Avamposto Tedesco del Convento di Cassino,
avevano davvero un Esercito Internazionale. C’erano, infatti, Inglesi, Francesi,
Canadesi, Statunitensi, Indiani e anche Uomini della Resistenza Polacca che si
erano uniti agli Anglo-Americani per poter Battere meglio, quello che era
l’Esercito Invasore anche della loro Patria. La Polonia, difatti, all’Inizio
della Seconda Guerra Mondiale, era stata, per così dire, divisa a Metà fra
Hitler e Stalin. Il loro Corpo di Spedizione Militare, comunque sia, era
Comandato in Italia dal Generale Inglese Alexander. Costui, per esser chiari,
lasciò molti Giovani Polacchi sul Suddetto Campo di Battaglia; i quali, come
pure dice l’Inno Nazionale Italiano, hanno “Mischiato” molte volte il Proprio
Sangue al Nostro nel Corso della Storia.
Antonio Aroldo
[1]
“Un Altro Geniale Italiano
Dimenticato”
Alessandro
Cruto (Piossasco, 18 maggio 1847 – Torino, 15 dicembre 1908), era un Inventore e Imprenditore dell’Italia
del Nord molto Bravo. Egli, infatti, completo l’Invenzione della Lampadina ad
Incandescenza alcuni anni prima di Thomas Salva-Edison ed era anche Migliore di
quella Inventata dal Suo Illustre Collega Americano. Essa, difatti, durava 500
Ore in più di quella Brevettata dallo Statunitense. Il Genio del Nostro
Compatriota, però, non ha mai avuto il Riconoscimento che gli Spettava. La Sua
Storia, cioè, è, per certi versi, molto simile a quella di Antonio Meucci con
Alexander Graham Bell. I Torinesi comunque sia, a tale Personaggio, hanno
dedicato una Via nel Quartiere Barriera ed a Milano è stato fatto un Murales
per Ricordarlo.
Antonio Aroldo