[2]Il
Lavoro del Grande Accusatore di Giordano Bruno, quindi può dirsi, duro e
pesante. Il nostro protagonista, infatti, fu sottoposto a ben 22 interrogatori
conditi anche con minacce e mezze aggressioni fatte pure in carcere. I giudici
pensarono anche di ricorrere alla tortura fisica, ma il Sommo Pontefice si
oppose a questa Soluzione. Il Filosofo Nolano, dal canto suo, arrivato al 22° interrogatorio,
disse Basta, io non mi pento di niente, perché non ho nulla di cui Pentirmi. Il
Collegio Giudicante, allora, prese quelle frasi come una Piena Confessione e
avviò il Processo alla Sua Chiusura con la Condanna del Famoso Erudito Campano.
Una Replica che, come forse vi ho già detto, richiese ben più di quattro anni.
Antonio Aroldo
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