“Amor, ch’a nullo amato amar perdona”.
Questi bellissimi versi, che penso tutti conosciamo,
nascondono almeno secondo me, il light-motive della nostra storia di oggi. Il
re inglese Giorgio III, agli inizi dell’Ottocento, era molto [2]malato.
Sua moglie, per trovare un modo per sfuggire dalle sue sfuriate e dalla sua
demenza, prese un villino affianco al Palazzo Reale e lì si rifugiava con le
sue figlie. Questo rifugio era un paradiso dove potevano fare quello che
volevano. La Regina, a volte però, era troppo triste e arrabbiata per pensare
alle sue figlie. Le principesse, allora, cercarono altre distrazioni. La figlia
più piccola, in particolare, che si chiamava Amelia, s’innamorò del primo
scudiero del re. Tra di loro, infatti, scoppiò una passione travolgente e un
forte scambio di lettere, in cui lei a volte si firmava Amelia Fritz-Roy, ossia
con il cognome di lui, egli infatti si chiamava Charles Fritz-Roy. Pochi giorni
prima della morte del re avvenuta nel 1810, purtroppo però la nostra
protagonista si ammalò di tubercolosi e il 2 Novembre dello stesso anno, ella
morì. Nel suo testamento lasciò tutti i suoi averi al suo amato. Tutto ciò fu
motivo di grande scandalo per l’intera corte e alla fine Charles Fritz-Roy
dovette rinunciare all’eredità.
Antonio Aroldo
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