Un Grande che Poteva Essere Salvato di nome Alighiero Noschese
“Un Grande che Poteva Essere Salvato
di nome Alighiero Noschese”
Il
25 novembre 1932, nacque a Napoli (Quartiere Vomero), Alighiero Noschese. Egli
fu un grande imitatore satirico televisivo e attore. La sua prima imitazione fu
quella del suo professore universitario (Facoltà di giurisprudenza) e poi Presidente
della Repubblica Italiana Giovanni Leone. Un’Imitazione, talmente perfetta, che
fu lo stesso Leone a consigliargli di proseguire per quella strada. Noschese,
infatti, disse una volta il grande Federico Fellini, era un “Ladro di Anime”.
L’idea del Professor Leone,
dunque, si era dimostrata brillante. Alighiero, difatti, negli anni cinquanta e
sessanta diventò un grande Show-Man del sistema radiotelevisivo italiano
imitando, con impeccabile perfezione, tutti i personaggi del panorama di
quell’epoca: Presentatori e presentatrici, attori, cantanti, giornalisti e
politici. Una volta imitò Giulio Andreotti, talmente bene, che la madre del più
volte Presidente del Consiglio, non si accorse della burla e se la prese con il
figlio, perché aveva fatto lo scemo in TV. Un rarissimo e naturale talento
affinato dopo molti anni d’esperienza e con l’ausilio di un particolare sistema
di registrazione all’avanguardia per quei tempi, che però, può costar caro per
chiunque! Quando, infatti, passi tutta la tua vita a entrare nei panni degli
altri, alla fine, puoi
correre il rischio di non sapere più quali sono i tuoi. Il 3 dicembre 1979, Noschese,
mentre era ospite della clinica romana “Stuart” a causa di fortissima
depressione, muore ucciso da un colpo di pistola sparato dalla Smith Wesson, in
possesso proprio del grande attore. Una morte, quindi, che lascia l’amaro in
bocca e tante domande senza risposta: Perché, Noschese nonostante il suo stato,
aveva con sé quella pistola? I medici del suddetto nosocomio dissero che averla
lo faceva sentire più tranquillo. Noschese di che, o per meglio dire, di chi
aveva tanta paura? La sua militanza nella massoneria italiana centra qualcosa
in tutto ciò? Perché Noschese, non era sotto stretto controllo e poteva
passeggiare per i giardini della struttura liberamente? Come mai, il giorno di
questo triste evento, nonostante la presenza di un reparto speciale dei
carabinieri perché Andreotti si doveva operare alla Cistifellea, nessuno si
accorse di nulla? Beh, cosa volete farci? Siamo sempre nel “Paese
delle Mezze Verità”! Noschese, comunque sia, dopo la sua morte avvenuta a 47
anni, fu sepolto, com’era nelle sue ultime volontà, a San Giorgio a- Cremano,
città che lui amava moltissimo. Io, infatti, credo che anche lui, com’è
successo a Massimo Troisi, abbia il diritto ad avere una “Casa
Museo” a San Giorgio a- Cremano, non siete d’accordo con me?
Antonio Aroldo
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