martedì 20 aprile 2010

Un Oscuro Genio Del Male


“Un Oscuro Genio del Male”


Grigorij Efimovic Rasputin nacque in un piccolo villaggio della “Siberia Occidentale” chiamato Pokrovskoe presso Tobol’sk nel luglio del 1871. In quello stesso periodo, secondo una leggenda, nei pressi del suo “Villaggio Natale” cadde un meteorite e questo all’epoca fu considerato un “Segno Divino”, (forse è vero che il destino o chi per lui “Moltiplica i suoi Segni prima di un Grande Evento”), il vero cognome di questo oscuro personaggio, comunque era in realtà, Novykh a causa, però, degli “Scandali Sessuali” che caratterizzarono la sua gioventù, fu ricordato come Rasputin, che significa “ il Depravato, il Vizioso”. La sua famiglia era d’umilissime origini con un “Capo-Famiglia” molto severo, ignorante, fanatico di un tipo di religione retrograda e contadina, profondamente convinto che le scuole fossero, soltanto un luogo d’“Immorale Promiscuità”, buone a nient’altro che a far allontanare le persone dai “Veri Insegnamenti”. All’età di otto anni la sua “Personale Crescita Psico-Fisica” fu profondamente segnata dalla prematura scomparsa del caro fratello, che secondo alcuni avrebbe giustificato una vita vissuta sempre alla ricerca del piacere e della gioia. Compiuta la maggiore età pervaso da un’improvvisa vocazione alla “Vita Mistica”. Nel 1904, abbandonata la moglie e i tre figli, seguì la “Setta Ereticale dei Chlysty” e vestì l’“Abito Monacale”. Rasputin, benché avesse una scarsissima cultura personale e con un modo porsi estremamente grossolano, riuscì, grazie anche al grande sostegno “Politico-Religioso” di alcuni alti prelati ortodossi che videro in lui un possibile strumento per acquistare influenza presso la stretta cerchia d’amici della “Famiglia Imperiale”, a farsi accettare a corte. Egli si fece, in breve tempo, la fama di “Santone” e “Guaritore” in possesso di “Straordinari Poteri Ipnotici” e anche “Taumaturgici”. Egli, in realtà era soltanto un uomo dotato di uno “Straordinario Potere Carismatico” che era usato principalmente con le donne. L’episodio cardine di questa “Rapida Scalata Sociale”, comunque, fu quando, arrivato a S. Pietroburgo, entrò a far parte, tramite l’“Archimandrita Feofan” (confessore) dell’“Imperatrice Alessandra”. L’alto prelato, un giorno, col pretesto di far guarire lo “Zarevic Alessio”, affetto da “Emofilia”, introdusse Rasputin al “Capezzale” del principe. I “Medici di Corte”, benché fossero in buona fede, non facevano altro che aggravare la patologia dell’“Erede al Trono” perché i dottori, nella loro ignoranza, che contraddistingueva quell’epoca, curavano il giovane con della “Semplice Aspirina”; questo medicinale, infatti, come sappiamo noi oggi, non favorisce la coagulazione del sangue rendendo più lunghe le emorragie. I “Romanov”, dal canto loro, furono estremamente riconoscenti a quello strano personaggio dallo sguardo magnetico, che sembrava aver salvato la vita al loro primo figlio maschio, con la sola forza della preghiera. Rasputin, infatti, si limitava a chiedere alla “Coppia Imperiale” di rinunciare all’aspirina e di pregare di più. La mancata somministrazione dell’aspirina, in effetti, fece migliorare la salute dello Zarevic. Quest’improvviso ma breve miglioramento di Alessio, che appari come un miracolo, unita alla “Potente Supremazia Psicologica” esercitata dal “Monaco Siberiano” sull’imperatrice, gli guadagnarono, in sostanza, la pressoché “Illimitata Fiducia” dello “Zar Nicola II”, che, tramite la moglie, prese l’abitudine di consultarlo nelle sue più importanti decisioni. Per una figura carismatica come Rasputin poter “Controllare” la famiglia reale fu molto semplice, il carattere debole e titubante dello zar che lo vedeva come la “Personificazione della Semplice Fede del Contadino” nei confronti della monarchia; tipologia di “Credo Popolare” che, da sempre, era alla base della sua dinastia e giustificava il suo ruolo agli occhi del popolo. Il “Monaco Maledetto”, contemporaneamente però, aveva anche l’appoggio della “Chiesa Ortodossa” ormai subordinata alla “Corona”. Il “Clero Ortodosso”, infatti, sperava invano, attraverso Rasputin, d’avere qualche possibilità di recuperare il “Potere” e il “Prestigio” perduti. Tutto ciò fece la “Fortuna” del cosiddetto “Monaco Pazzo”. La Storia, però, ha più volte dimostrato che “Tra Verità e Follia Scorre la Goccia di un Torrente”. L’influenza di Rasputin, inizialmente, era limitata alle “Questioni Ecclesiastiche”. Nel 1911, infatti, impose la nomina di un “Suo Seguace” a “Vescovo di Tobol’sk”. Egli però, grazie alla sua grande astuzia e al suo spirito, affilato come un rasoio, arrivò a dominare l’“Intera Politica Religiosa” del “Santo Sinodo”. Estese, infine, il suo preponderante credito anche se in modo molto graduale a tutti gli altri affari di Stato, attraverso le sue numerose relazioni con nobildonne e dame dello “Stesso Seguito” dell’imperatrice, come per esempio, la Vyrubova, “Amica Intima” della “Zarina Alessandra” e sua intermediaria con la famiglia reale. Queste particolari conoscenze, che erano tutte molto intime, gli permisero di entrare in contatto con gli “Ambienti Aristocratici”, “Ultra-Reazionari” e “Germanofili” della capitale. Il suo potere raggiunse il culmine durante la prima guerra mondiale. In quel periodo, infatti, dopo aver ottenuto la “Destituzione” del “Comandante Supremo dell’Esercito”, “Granduca Nicola Nicolaevi Romanov”, nel 1915, impose alla guida del governo russo, nel febbraio 1916, persone fedeli alla “Sua Dottrina”. Tali persone erano il “Presidente del consiglio Strumer” e il “Ministro degli Interni Protopopov”. Quest’ultimi, sotto la “Sua Guida Spirituale”, fecero instaurare un “Regime d’Arbitrio e di Corruzione”, che gettò fango sulla già “Vacillante Reputazione” della “Monarchia dei Romanov”. Le “Sue Dissolutezze” e le “Orge Scandalose” finirono, però, col turbare l’“Opinione Pubblica”, che dopo il 1914, lo accusò di essere un “Agente Segreto” della Germania, accusa che non fu mai provata. La “Critica Situazione”, nella quale la Russia si ritrovò alla fine del 1916, rese sempre meno tollerabile l’ingerenza di Rasputin negli “Affari di Governo”, suscitando “Crescenti Pressioni” sullo Zar perché fosse allontanato da corte. Tali insistenze, proveniente dal “Mondo Politico-Aristocratico”, grazie all’opposizione della Zarina, non furono mai ascoltate purtroppo. La situazione si fece talmente insostenibile da spingere, un piccolo gruppo d’“Alti Papaveri Russi” dell’epoca, capeggiati dal “Principe Feliks Yussupov”, a unire le proprie forze per uccidere Rasputin. Quest’ultimo, inoltre, agl’occhi dei congiurati, (tra le altre cose), era “Colpevole” anche d’aver, più volte consigliato, allo Zar di chiedere all’Austria e alla Germania una “Pace Separata”. Se Nicola II l’avesse ascoltato, tutti i soldati tedeschi e austriaci impegnati sul “Fronte Orientale” si sarebbero riversati a ovest mettendo in difficoltà francesi, inglesi e italiani. Un pericolo che andava scongiurato anche perché dopo le tante sconfitte subite, la Russia poteva essere davvero tentata di uscire dalla guerra. Un’“Ipotesi terribile” per gli inglesi da far venire i brividi.

Il giorno scelto per il delitto fu il 16 dicembre 1916. Rasputin, la sera di quel fatidico giorno, esce da casa sua per l’ultima volta. Ovviamente lui non lo sa, anche se, nei giorni precedenti, è stato messo in guardia da alcuni amici che hanno saputo che si sta organizzando un complotto contro di lui. Rasputin è stato invitato dal principe Yussupov nel suo Palazzo. Per lui, osteggiato da “Molti Circoli Aristocratici” della capitale, è un onore al quale è difficile resistere.

Addirittura Yussupov si offre di andarlo a prendere personalmente con la sua macchina.

Sono le undici di sera: Yussupov sale al terzo piano di un palazzo di “Via Gorochovaja”, (dove si trovano gli appartamenti del monaco), aiuta Rasputin a mettersi “Galosce per la Neve” e la pelliccia e scende con lui. L’autista che apre loro la portiera è in realtà uno dei congiurati, il “Medico Stanislav Lazovert”.

E’ lui che, meno di un’ora prima ha preparato i pasticcini e il vino all’arsenico che dovranno “Liberare la Russia” dall’“Ingombrante Presenza del Monaco”.

“Palazzo Yussupov”, si affaccia sulla “Mojka”; in pochi minuti, quindi, l’auto guidata dal dottor Lazovert arriva a destinazione, entra nel cortile e si ferma davanti alla scalinata. Per Rasputin, Yussupov, ha fatto allestire una “Grande Sala” nel seminterrato del suo palazzo: “Camino Acceso”, “Tavola Imbandita”, “Comode Poltrone”, una “Grande Pelle d’Orso” per terra. Proprio sopra questa sala, c’è lo studio di Yussupov, dove sono radunati gli altri congiurati, tra cui un “Cugino dello Zar”, il “Granduca Dmitrij” e il “Deputato Purischevic”. Il piano è semplice: avvelenare Rasputin e poi, forato il ghiaccio, gettare il corpo nel fiume. Le cose, però, iniziano ad andare storte subito.

Nelle “Sue Memorie” Yussupov. ha dedicato “Varie Pagine” a quella “Lunga Notte”, descritta nei minimi particolari. All’inizio, preso dall’emozione, il principe diede a Rasputin i “Dolci Sbagliati”. Poi, capito l’errore, offre quelli avvelenati. Rasputin mangia una pasta, poi un’altra, poi un’altra ancora. In pochi minuti Rasputin ingerisce tanto “Cianuro” da uccidere non una, ma più persone. In teoria. In pratica sembra che il veleno non abbia nessun effetto sul monaco che beve anche del vino avvelenato come se niente fosse.

Sono ormai le due e trenta del 17 dicembre. Rasputin invece di agonizzare sembra aver sonno. Gli altri congiurati, al piano di sopra, nello studio di Yussupov, si agitano. Yussupov lascia solo Rasputin per qualche minuto e li raggiunge per un consulto. Dopo un’animata discussione, i cinque decidono di scendere tutti insieme nella sala dove attende Rasputin e strangolarlo.

Poi Yussupov cambia idea e decide che sparerà a lui a bruciapelo al monaco.

Yussupov torna nel seminterrato armato di pistola. Rasputin è un po’ intontito per la gran bevuta e avverte un leggero bruciore allo stomaco. Beve ancora, poi si alza in piedi per osservare gli intarsi di un armadio. In quel momento Yussupov spara, mirando al cuore. Rasputin lancia un “Urlo Selvaggio” e crolla di peso sulla pelle d’orso.

Sono le tre del mattino: i congiurati credono Rasputin morto. In uno “Stato di Grande Confusione”, quindi, di passare alla “Fase Successiva del Piano”:

Fingere il rientro di Rasputin a casa sua.

Il più massiccio di loro indossa pelliccia e colbacco del presunto morto e sale sulla macchina con cui Rasputin e Yussupov sono arrivati a inizio serata. Yussupov e Puriskevic restano invece sul luogo del delitto. L’“Ultima Fase del Piano” prevede, invece, che quando gli altri saranno rientrati dalla messinscena tutti e cinque insieme dovranno far sparire il cadavere.

Le sorprese, però, non sono ancora finite. Quando Yussupov va per avvicinarsi al corpo di Rasputin, infatti, d’un tratto vede che si aprono gli occhi del monaco. D’un tratto Rasputin è in piedi, con lo “Sguardo Allucinato”, cerca di strangolare Yussupov.

Il principe si libera a fatica e chiede aiuto: mentre il deputato Puriskevic scende, pistola alla mano, Rasputin è già fuori dalla stanza. Cerca una via di fuga e intanto urla:“Feliks!, Feliks! Dirò tutto all’imperatrice”.

Puriskevic insegue ancora Rasputin e spara più volte. Lo colpisce prima alla schiena. Poi alla testa. Rasputin con una “Vitalità Incredibile” si trascina in qualche modo nella neve e quando le forze gli mancano, è a pochi metri dal cancello.

Yussupov, colto da una crisi isterica, infierisce sul cadavere con un manganello. Poi sviene. Rientrati gli altri congiurati, il corpo di Rasputin è avvolto in un telo e portato al “Ponte Petrovskij” per essere gettato, attraverso un foro nel ghiaccio, nel fiume.

Quando le acque gelide accolgono le spoglie mortali di Rasputin, più la sua pelliccia, il colbacco e una galoscia, sono ormai passate le sei del mattino del 17 dicembre.

Il corpo di Rasputin sarà recuperato due giorni dopo, a circa 200 metri da dove era stato gettato in acqua. Anche con la sua morte si ripete la solita divisione tra i suoi seguaci e i molti che, sia tra il popolo sia tra l’aristocrazia, lo disprezzavano. Tra i primi, la zarina e le granduchesse, tra i secondi anche i “Rappresentanti Inglesi a San Pietroburgo”.

Gli inglesi erano, infatti, venuti a sapere che attorno a Rasputin si stavano raccogliendo le persone favorevoli alla pace separata con la Germania.

Questo avrebbe significato, ciò che abbiamo già spiegato, in precedenza. L’omicidio di Rasputin, infatti, è stato organizzato anche con la complicità dei “Servizi Segreti Inglesi”, che naturalmente, hanno sempre negato tutto. Nessuno dei congiurati, grazie alla loro “Stretta Parentela” con la famiglia reale, ha mai subìto “Gravi Conseguenze” per quel “Efferato Delitto”. L’imperatrice, dal canto suo, fece “Tumulare” Rasputin, con tutti gli onori. Il suo corpo, però, dopo lo scoppio della rivoluzione, fu bruciato e la sua tomba distrutta. Rasputin, comunque lo si voglia giudicare, aveva qualcosa di decisamente particolare lo dimostra almeno un fatto. E cioè che predisse, molti mesi prima di morire, cosa sarebbe accaduto dopo la sua morte: il “Crollo della Russia Zarista” e la fine della “Dinastia Zarista”. Il “Suo Sguardo, Misteriosamente, Ipnotico”, il “Suo Grande Carisma”, la “Sua Forte Supremazia Psicologica”, è necessario ricordarlo, gli hanno permesso di “Governare”, da “Dietro le Quinte”, un “Intero Impero”. Quello stesso tipo di talento, nel corso della Storia, l’hanno avuto molte persone; tra questi ricordiamo: Giulio - Cesare e Adolf Hitler. Le uniche due persone, che oggi giorno, hanno questo “Particolare Dono”, (almeno in Italia), sono invece, Silvio Berlusconi e Joseph Ratzinger. Spero, vivamente per loro, che non esasperino, talmente la gente da dover fare la stessa fine dei loro “Illustri Predecessori”.

Antonio Aroldo

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